Un tribunale statunitense ha emesso una sentenza in grado di creare un precedente pericolosissimo per Amazon. Il colosso dell’e-commerce è stato ritenuto responsabile dei prodotti difettosi di venditori di terze parti, aprendo una crepa che potrebbe creare non pochi grattacapi alla compagnia di Jeff Bezos.
Amazon: secondo il tribunale USA, il colosso è responsabile anche dei prodotti difettosi di venditori terzi
Verso la fine del 2014 una cliente Amazon di nome Heather Oberdorf ha acquistato un collare per il suo cane da uno dei venditori terzi di MarketPlace, il programma della piattaforma che permette la vendita di prodotti anche ad aziende esterne ad Amazon. Il collare difettoso si ruppe nel corso di una passeggiata, facendo volare il guinzaglio il quale andò ad accecare ad un occhio il povero animale domestico. La donna non è riuscita a rintracciare il venditore, motivo per cui ha accusato la compagnia USA di negligenza, citandola in giudizio.
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Ma Amazon è protetta dalla Sezione 230 del Communication Decency Act, che protegge le piattaforme dalle azioni compiute dagli utenti che la utilizzano; per tanto l’azienda non può essere considerata un venditore nel caso specifico. Nonostante una prima sconfitta, la Oberdorf ha impugnato la sentenza e la corte d’appello si è trovata in favore della donna. Amazon – secondo quanto si legge – può essere ritenuta responsabile per il suo ruolo nella catena di vendita.
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Al momento il colosso USA tace e non ha ancora rilasciato un commento sulla questione. Fatto è che la sentenza è in attesa di un’ulteriore revisione e se le cose dovessero mettersi male si andrebbe a creare un precedente molto grave per Amazon.
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