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Telegram down in Cina: app bloccata durante la manifestazione ad Hong Kong

Diversi giorni fa ad Hong Kong migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la legge sull’estradizione. Hong Kong effettivamente è, infatti, parte del territorio cinese ma dal 1997 possiede uno statuto speciale definito “One country, two systems”. Nonostante la popolosa città sia sotto il controllo di Pechino, pare che il governo abbia superato i propri limiti di competenza. Circa 1 milione di persone hanno protestato in piazza contro la legge sull’estradizione, che permette a Pechino di processare, di fatto, tutti i cittadini sospetti presenti ad Hong Kong.

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Pechino blocca Telegram per evitare che i cittadini si organizzino per manifestare

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Nonostante la legge preveda l’estradizione per crimini con pena superiore a 7 anni di detenzione, la popolazione non ha digerito bene questa nuova norma. Si dice che il governo stia interferendo troppo nella città di Hong Kong, tanto che molti manifestanti sono scesi in piazza per protestare. Tutto il problema con l’app di messaggistica Telegram nasce proprio due giorni fa, quando le persone si sono organizzate per manifestare. Pare che siano nati diversi gruppi sull’applicazione, grazie ai quali la popolazione è venuta a conoscenza della protesta ed ha potuto organizzarsi. Poche ore dopo, Telegram è stato bloccato.

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Sembra che gli indirizzi IP di coloro che hanno interrotto il servizio siano riconducibili alla città di Pechino. Da qui nasce il dubbio che il governo abbia volontariamente messo le mani nel sistema, obbligando la piattaforma a chiudere i battenti per qualche ora. Pare, tra l’altro, che chi ha causato tale disagio, abbia semplicemente sovraccaricato il server con un elevato traffico di messaggi, buttando giù Telegram.

La guerra sulle piattaforme è appena iniziata

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Nonostante la situazione sia abbastanza complicata e difficile da spiegare all’interno di un singolo articolo, la portata di questo evento è significativa. Crediamo di vivere in un’era libera, dove possiamo comunicare con chi vogliamo e quando ne abbiamo voglia, salvo poi accorgerci che tutto è sempre nelle mani di pochi eletti.

Questo discorso si ricollega a quello che è avvenuto pochi giorni fa, prima della manifestazione. Un ragazzo di 22 anni, infatti, è stato arrestato per aver creato un gruppo di 20000 persone. La principale accusa rivolta al giovane individuo è stata quella di cospirazione. Per fortuna dopo qualche ora il ragazzo è stato rilasciato sotto cauzione ma è comunque difficile credere che, anche su una piattaforma di messaggistica come Telegram, vi sia libertà di espressione.

Difficile accertare, comunque, un reale coinvolgimento di Pechino ma, se così fosse, sarebbe solo l’inizio di una guerra all’interno delle piattaforme che tutti i giorni utilizziamo.

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