Acquistata da Amazon lo scorso febbraio 2018, Ring è l’azienda resasi famosa per la realizzazione delRing Video Doorbell. Si tratta di un campanello smart con cui monitorare la porta di casa, anche da remoto, tramite una videocamera in grado di filmare in Full HD. Un oggetto domotico sicuramente utile ma che ultimamente sta facendo parlare di sé, dato che Amazon ha depositato dei brevetti di riconoscimento facciale piuttosto controversi.
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Amazon Ring: polemiche per i brevetti per il riconoscimento facciale
Non è la prima volta che un brevetto targato Amazon solleva polemiche: basti pensare al famigerato caso del braccialetto per i dipendenti. In questo caso specifico il brevetto, depositato nelle scorse settimane presso il US Patent and Trademark Office, introdurrebbe la possibilità di avere una funzionalità di riconoscimento facciale in grado di individuare eventuali persone sospette. Una volta che il sensore rileva la presenza di un criminale con condanne in corso, ricercati, maniaci sessuali e così via, invia un segnale direttamente alle forze dell’ordine.
Per quanto non sia ancora implementato il riconoscimento del volto, non si tratta di una novità assoluta. Allo stato attuale il campanello Nest Hello di Google è in grado di riconoscere amici e parenti. Tuttavia, a far discutere è il fattore sicurezza e privacy, da sempre un aspetto molto sensibile quando si parla di scansione biometrica. I dubbi sollevati dall’American Civil Liberties Union, per esempio, riguardano la possibile discriminazione nei confronti di persone considerate pericolose unicamente per il proprio pensiero politico o parametri del genere.
In risposta, un rappresentante di Amazon ha riferito al The Washington Post che Amazon è solita depositare brevetti su potenziali tecnologie future, indipendentemente che esse siano poi effettivamente utilizzate o meno.
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