Lo sviluppo di socket per l’AI rappresenta un punto d’arrivo per i produttori di chipset, in uno scenario in continua evoluzione le aziende americane dominano il mercato. La classifica postata da Compass Intelligence mostra come, a spezzare la supremazia della silicon valley, spuntino compagnie come Samsung e Huawei con i SoC proprietari.
Lo sviluppo delle tecnologie per AI rappresenta un must per concorrere sul mercato
Sono ormai passati un paio d’anni da quando si è iniziato a parlare dell’applicazione dell’AI sugli smartphone. La letteratura sull’argomento si è arricchita col tempo, partendo proprio da Google, la quale due anni or sono, stilava un’etichetta da rispettare per l’applicazione di tale tecnologia. Ad oggi, la tecnologia in questione è entrata in maniera importante nelle nostre case, o meglio nei nostri smartphone, tant’è vero che è stata implementata anche nell’utilizzo di alcune app.
Proprio in ragione di questa crescita esponenziale, si è sentita l’esigenza di stilare una classifica – da parte di Compass Intelligence – delle società produttrici. L’evidenza della ricerca chiarisce che le aziende leader nel settore si trovano tutte – o quasi – negli States. Al primo posto c’è NVIDIA, seguita da Intel. Al quinto posto, invece, spicca Apple, sempre particolarmente attenta e tra le prime produttrici di smartphone ad integrare l’intelligenza artificiale con il suo iPhone X.
Tra i maggiori produttori di chip per l’AI troviamo Samsung e Huawei
La classifica continua e si attestano nelle posizioni successive sempre società americane. Sono degne di nota anche Samsung Electronics, al nono posto e Huawei. La società cinese si posiziona dodicesima con il SoC HiSilicon:pare, infatti, stia riscontrando degli ottimi risultati. La ricerca della Compass Intelligence ha preso in considerazione più di 100 aziende, scremando l’elenco fino alle prime 24 nella tabella che vediamo.
I risultati dello studio mostrano che negli ultimi tre anni le principali società hanno investito un totale di oltre 60 miliardi di dollari per la ricerca e sviluppo nell’AI. L’enorme progresso è dovuto anche all’acquisto – da parte di società più blasonate – di più di 1.700 start up che si occupano dello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
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