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L’FBI è riuscita a sbloccare un iPhone 11 Pro senza l’aiuto di Apple

Continuano le polemiche legate alla politica di chiusura totale da parte di Apple nei confronti delle autorità statunitensi. I primi dissidi tra FBI e Cupertino risalgono al 2016 (qui e qui), con la compagnia USA messa alle strette in tribunale affinché fornisse tutto il necessario per sbloccare un iPhone di proprietà di Syed Farook, attentatore della strage di San Bernardino (in California). La storia si è ripetuta anche con quanto avvenuto il 6 dicembre scorso a Pensacola, in Florida; Apple ha affermato di aver fatto il possibile per aiutare l’FBI, seppur senza creare una backdoor per accedere all’iPhone dell’attentatore. Tuttavia la richiesta da parte dell’FBI è in contrasto con i report che riferiscono che il Bureau è già in grado di sbloccare i dispositivi di Cupertino… ma come?

iPhone 11 Pro sbloccato dall’FBI senza l’aiuto di Apple

Qualche tempo fa Forbes ha riportato l’esistenza di un dispositivo chiamato GreyKey, un hardware economico a disposizione della polizia e dell’autorità per hackerare iPhone e iPad, in modo da poter accedere ai dispositivi interessati. Secondo un report, di recente l’FBI sarebbe riuscita ad accedere all’iPhone 11 Pro Max di Baris Ali Koch, un uomo accusato di aver aiutato il fratello a fuggire dal paese (avrebbe dovuto scontare 2 anni in una prigione federale).

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L’avvocato di Koch ha confermato a Forbes che l’iPhone 11 Pro Max del suo cliente sarebbe stato sbloccato senza bisogno della password, né tanto meno utilizzando il Face ID. Ed è in questo caso che entra in gioco GreyKey, dispositivo realizzato da una società chiamata GrayShift, il cui nome compare anche nei documenti che vedete nelle immagini in alto.

Quindi, almeno all’apparenza e secondo voci in cerca di una conferma ufficiale, l’FBI sarebbe già in grado di accedere agli iPhone bloccanti, anche senza l’aiuto di Apple e anche per quanto riguarda i modelli più recenti. Infatti, nel caso in questione si parla dell’ultimo iPhone 11 Pro Max, a differenza – ad esempio – dei dispositivi legati alla sparatoria di Pensacola (un iPhone 5 ed un iPhone 7). Ma sarà davvero così?

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