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Ragazzo di 16 anni si suicida: i genitori non lo lasciavano giocare a PUBG

Se qua in Italia PUBG è già piuttosto diffuso, il videogioco è diventato fra i più popolari in India, con milioni di giocatori sparsi per tutta la nazione. Un fenomeno che ha attecchito soprattutto nelle fasce più giovanili, a tal punto da far scattare il ban da parte delle autorità in alcune zone dell’India. La preoccupazione è legata al delicato tema della videodipendenza, soprattutto quando di mezzo ci sono casi come questo, dove un ragazzo di 16 anni si è tolto la vita a seguito del divieto dei genitori di giocare al titolo battle royale.

In India il fenomeno di PUBG sta assumendo toni piuttosto controversi

La notizia arriva da Hyderabad, zona a sud in India: i media locali parlano di una situazione difficile, con il ragazzo che trascurava buona parte della sua vita sociale in favore di PUBG. Per lui era in arrivo un esame di inglese e la madre gli aveva proibito di giocare, in modo che potesse prepararsi per bene. Ma purtroppo è accaduto l’imprevisto, e adesso il padre richiede a gran voce il ban di PUBG anche nelle altre zone dell’India.

Non è il primo caso di morte in India derivante dall’utilizzo del gioco. Durante lo scorso marzo nello stato di Maharasthra due ragazzi di 20 anni giocavano distrattamente vicino a dei binari e sono stati investiti da un treno. Non può non tornare in mente il fenomeno di Pokémon GO, anch’esso attraversato da numerose polemiche in seguito a vari incidenti causati dai giocatori. Ma come in quei casi, a mio modo di vedere la colpa è da imputare alle cattive abitudini dei suoi utilizzatori, non al gioco in sé. L’importante è che ci sia dialogo da entrambe le parti, anziché trincerarsi sulle proprie posizioni.

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