CEO di Blackberry

Il CEO di Blackberry contro Apple: i criminali non vanno tutelati

Negli ultimi tempi si fa sempre più accesa l’opposizione tra le forze di sicurezza statunitensi (tra cui FBI e Department of Justice) ed Apple, legata al fatto che alcuni software dell’azienda, tra cui iMessage e FaceTime, offrono una criptazione end-to-end, che non consente di accedere ai dati scambiati neanche alla stessa Apple.

Sebbene le agenzie di sicurezza abbiano più volte chiesto ad Apple di avere accesso a tali dati, l’azienda di Cupertino si dice irremovibile, sostenendo che la privacy dei propri utenti rimane sempre la priorità da tutelare.

A sorpresa, con un post sul blog di Blackberry, il CEO della compagnia,John Chen, ha deciso di esporsi e di esprimere il proprio pensiero, scrivendo che la tutela della privacy non va estesa anche ai criminali. Chen si è dunque schierato con le autorità, sostenendo che non non è legittimo che un’azienda decida di non collaborare con i governi.

Le parole di Chan sono sembrate paradossali a molti, dal momento che Blackberry è un’azienda da sempre impegnata nel mantenimento della privacy dei propri utenti, quindi supporre un’eventuale collaborazione con le autorità implica la possibilità per terzi di accedere alle informazioni contenute sui dispositivi.

La vicenda è abbastanza contorta e lascia spazio a diverse chiavi di lettura. Voi cosa ne pensate? Fa bene Apple a tutelare ad oltranza la privacy dei propri utenti o pensate che dovrebbe fare un passo indietro e collaborare con le forze di sicurezza statunitensi? Fatelo sapere lasciando un commento qui sotto.

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