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Stop alla Net Neutrality negli USA: ecco come cambierà internet

Dopo mesi di trattative in atto, nelle scorse ore la Federal Communications Commission, meglio conosciuta come FCC, ha deciso diabolire la Net Neutrality. Si tratta(va) di uno dei principi cardine di internet, secondo cui ogni contenuto presente online subiva lo stesso trattamento in termini di fruibilità. Ma cosa comporterà questo cambiamento?

Negli USA viene abolita la Net Neutrality: e adesso?

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Fino ad oggi, infatti, ogni cosa presente online, che fossero foto, video, audio, testo e via dicendo, non subiva discriminazioni in termini di velocità di accesso. Questo è il concetto di Net Neutrality a livello globale: non porre paletti nella velocità di fruizione di un servizio in rete. Ma da adesso non è più cosi, anche se per il momento “solo” negli USA.

Questa decisione arriva a seguito del voto raggiunto dalla FCC, andando così a modificare le decisioni prese durante il precedente mandato presidenziale con a capo Barack Obama. Ciò significa che qualsiasi vincolo di questo tipo sarà eliminato e le compagnie in ambito telecomunicativo avranno maggiore libertà d’azione.

Cosa significa all’atto pratico? La più drastica delle ipotesi è che si vada a creare unaframmentazione del web. Invece di pagare un unico abbonamento che comprenda l’accesso a qualsiasi sito web, al suo posto potrebbero venire creati deipacchetti, con un funzionamento molto simile a quanto visto con letv satellitari. Immaginate, ad esempio, di dover pagare 10 euro per il pacchetto Video, con accesso libero a siti come Netflix, YouTube e via dicendo. Oppure 5 euro per il pacchetto Musica, con servizi come Spotify, SoundCloud e Deezer.

Fine della Net Neutrality anche per Europa ed Italia?

Tutto ciò ovviamente andrà in maniera pressoché totale a favore delle varie aziende USA di TLC come AT&T, Verizon e Comcast. Mentre a rimetterci saranno in primis le piccole realtà, penalizzate da velocità inferiori e che non potranno permettersi di pagare gli operatori per godere di libero accesso. E di conseguenza anche noi utenti ne risentiremo: maggior frammentazione, costi potenzialmente superiori e meno libertà di scelta nei contenuti.

Ma come si ripercuoterà tutto ciò qua inItalia? Per il momento non ci sono notizie in merito, ma inEuropa si è già acceso il dibattito politico. Pertanto non ci resta che attendere il corso del tempo, incrociare le dita e sperare per il meglio.

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