Forse qualcuno di voi ricorderà ancora il nome di Dave Hakkens, il progettista olandese che nel 2013 ideò il Phonebloks, il primo prototipo di telefono modulare. Il video esplicativo della tecnologia si diffuse a macchia d’olio nel mondo della rete, registrando oggi un totale di 22 milioni di visualizzazioni.
È stata proprio l’idea di Hakkens di realizzare un telefono modulare e liberamente aggiornabile, progettato per ridurre la quantità di rifiuti elettronici, che ha portato Motorola, allora appartenente a Google, a lanciare Project Ara.
Da allora sono passati molti anni, e recentemente Hakkens si è dichiarato poco soddisfatto degli ultimi sviluppi del progetto. “Google potrebbe fare di meglio“, ha scritto l’uomo sul suo blog personale.
Innanzitutto Hakkens non è contento di come Google abbia intenzione di prendere totale controllo sullo sviluppo dei moduli di Ara.
“Non si tratta di una piattaforma davvero aperta, in quanto tutto accade sotto l’ombrello di Google. Sono loro al comando, fanno loro le regole. Possono ad esempio decidere all’improvviso di cambiare la forma dei connettori o la grandezza dei dispositivi, rendendo in un attimo obsoleti tutti i moduli precedenti. Si tratta di un ecosistema incredibilmente delicato, che non dovrebbe stare nelle mani di una sola compagnia.”
Non sembra inoltre particolarmente felice della scelta di rendere lo scheletro principale di Project Ara quasi un telefono vero e proprio, con batteria, antenna, CPU, GPU e schermo incorporati.
“Significa che il telefono diventerà di certo obsoleto dopo qualche tempo. Che succede se il telefono si rompe? Bisogna necessariamente rimpiazzare l’intero dispositivo. E dopo due o tre anni diventerà troppo lento e bisognerà acquistare un nuovo modulo principale.”
Il consiglio di Hakken a Google, o più in generale a qualsiasi compagnia disposta a realizzare un telefono modulare, è molto semplice.
“Non concentratevi sulla creazione del prossimo cellulare alla moda, ma sul piantare le basi per la realizzazione del dispositivo del futuro. Un telefono per il mondo intero.”
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