Il 30 gennaio è arrivato e, come previsto va in scena il “Family Day 2016”, la manifestazione a sostegno dei diritti della cosiddetta famiglia “naturale” che si terrà al Circo Massimo di Roma.
Non è necessario ricordare quanti dissensi e quante polemiche abbia collezionato la manifestazione sul Web e sui mezzi stampa cartacei, ciò che invece sembra più interessante è che nella notte, il sito del Family Day sia stato oscurato dagli hackivisti di Anonymous.
Per molte ore gli autori dell’attacco hacker sono rimasti ignoti, fin quando, con un comunicato, Anonymous Italia, ha rivendicato il gesto precisando: “La libertà è vita. Family day 2016” e aggiungendo gli hashtag “#hacked, #familyday, #stopomophobia, #operationitaly, #anonymous”.
Sul sito della manifestazione (che è rimasto inagibile per molte ore e che ha successivamente ripreso a funzionare) è invece apparsa la scritta “Stop Omophobia – Love is Love”.
Al dilà delle posizioni personali che ciascuno si sente in dovere di assumere nella vicenda, la scelta di Anonymous di intervenire nella disputa è alquanto singolare; il gruppo di hackivisti è infatti da sempre sostenitore della libertà di pensiero, qualunque tipo di pensiero, e della possibilità di esprimerlo liberamente.
Oscurare il sito del “Family Day” è un gesto che va in direzione decisamente contraria alla libertà di espressione e, se solitamente Anonymous si schiera contro “nemici comuni” quali l’ISIS, la scelta di prendere posizione in un conflitto nostrano è inusuale per le abitudini del gruppo.
A far valere in qualche modo le ragioni di Anonymous è la parte conclusiva del loro comunicato: “Noi vorremmo che tutte le famiglie che ci sono oggi, concretamente, in Italia, fossero rispettate per quello che sono. Per voi oggi è il Family Day, per noi ogni giorno è buono per far crescere il rispetto e la comprensione dentro ogni famiglia e per ogni famiglia.”
Un proposito sicuramente encomiabile, ma probabilmente poco pertinente con il tema del giorno!