In Egitto sono stati arrestati gli amministratori di 47 pagine Facebook con l’accusa di essere membri dei “Fratelli Musulmani”. Gli arresti giungono alla vigilia del quinto anniversario dalla Primavera Araba, svoltasi nel 2011 in segno di rivolta contro Hosni Mubarak, “rovesciato” dopo 30 anni di presidenza.
L’agenzia di stampa statale “Ahram Online” ha riferito ieri che le forze di sicurezza hanno arrestato un uomo e una donna sospettati di amministrare le pagine Facebook, ma “Reuters” ha riferito giovedì che il numero degli amministratori non è ancora noto.
Il portavoce del Ministero degli Interni egiziano, Abu Bakr Abdel Karim, ha dichiarato ieri che i sospettati sono accusati di voler fomentare le proteste contro l’anniversario della Primavera Araba, incitando così il popolo contro le istituzioni statali e diffondendo le idee della “Fratellanza Musulmana”.
Già nel 2011, durante la Primavera Araba, molte manifestazioni di protesta vennero organizzate proprio per mezzo di Facebook e Twitter, spingendo il governo a chiudere diversi servizi. Ahram fa sapere inoltre, che all’inizio del mese, altri tre utenti di Facebook sono stati arrestati per le medesime motivazioni.
I “Fratelli Musulmani” hanno vinto il maggior numero di seggi alle prime elezioni parlamentari dopo la caduta del governo di Mubarak, ma il partito islamista è stato bandito e designato come terrorista a seguito della presa di potere dell’esercito nel 2013.
Durante il governo di Abdel Fattah al-Sisi, il governo egiziano ha poi attuato delle controverse leggi antiterrorismo secondo le quali coloro che sono accusati di diffondere messaggi propagandistici in rete, sono punibili con una pena che va dai cinque ai sette anni di carcere.
“Il Ministero degli Interni”, ha aggiunto ieri Abdel Karim, “continuerà a schierarsi contro queste pagine gestite da terroristi che hanno a lungo incitato altri utenti alla protesta contro le istituzioni e hanno deriso i principali avvenimenti vissuti dal Paese negli ultimi anni”.