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UPS pensa a nuovi droni per le consegne ai tempi del Coronavirus

In un mondo dove il Coronavirus affligge la quotidianità, impedendoci di fare compere (spesa esclusa), lo shopping online rimane l’unica risposta valida. Ma non senza problemi, come dimostrano i rallentamenti che Amazon sta volutamente imponendo sui beni non di prima necessità. Senza considerare tutte le discussioni etiche sull’impiego dei corrieri e sui rischi in cui potrebbero incorrere sul posto di lavoro. Uno scenario che ben si presta al concetto diconsegne via drone, ripreso recentemente proprio daUPS in collaborazione con Wingcopter.

Problemi di consegne col Coronavirus? UPS vuole bypassarli tramite droni

Le due aziende hanno avviato una partnership strategica per la realizzazione di nuovi droni impiegati proprio per svolgere le consegne che siamo tradizionalmente abituati a ricevere tramite un corriere in carne ed ossa. Ed invece i corrieri del futuro potrebbero essere composti perlopiù da metallo e bulloni. Mettendo per il momento da parte tutte le legittime diatribe legate alla robotizzazione, è indubbio che si tratti di un metodo che potrebbe risolvere le discussioni di cui sopra.

Il produttore è stato scelto da UPS proprio per il know-how maturato in ambito droni, specialmente quando si parla di trasporto merci. Le macchine prodotte dall’azienda tedesca hanno un meccanismo a rotore inclinato, in grado di alternare la modalità di volto multi-elicottero a quella ad ala fissa. In soldoni, questo permette ai droni di decollare ed atterrare in verticale anche in spazi stretti, rendendoli più flessibili rispetto alle soluzioni tradizionali. Per esempio, uno dei droni di Wingcopter è riuscito ad atterrare in un villaggio irlandese nel Mare del Nord rimasto inaccessibile da lungo tempo a causa del meteo sfavorevole.

UPS e Wingcopter stanno lavorando per far ricevere le necessarie certificazioni dai nuovi droni sviluppati in sinergia. Per il momento sono stati testati soltanto per la consegna di piccoli campioni sanitarie e prescrizioni mediche. Ma l’obiettivo finale è quello di renderli operabili anche con altre tipologie di prodotti, anche se ci vorrà ancora tempo.

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