Si chiamava “Uomini immiezzu a via“, in siciliano “Uomini in mezzo alla strada“, il gruppo WhatsApp ideato a Canicattì, su cui è fatta partire un’indagine dalla procura di Agrigento. La motivazione dietro alla scelta del PM è l’obiettivo di questa chat, ovvero l’elusione delle forze dell’ordine. Nel caso venisse avvistato in zona un autovelox mobile o un posto di blocco i membri non mancavano di informare il gruppo, permettendo loro di agire di conseguenza. Un rischio non da poco, visto che ciò permette a potenziali reati di essere commessi evitando il rischio di essere puniti. Immaginiamo, per esempio, un utente che ha alzato troppo il gomito e che si ritrova nella condizione di poter guidare senza incorrere nella paletta di polizia o carabinieri.
Usate WhatsApp per evitare i posti di blocco? Scatta la denuncia
Il PM Paola Vetro ha così deciso di far scattare la denuncia per interruzione di pubblico servizio in concorso verso 62 persone, con base a Canicattì e zone limitrofe, attorno ai 30/40 anni. Ad aver fatto partire l’indagine è stato un avvenimento accidentale, ovvero lo smarrimento dello smartphone da parte di uno degli iscritti alla famigerata chat. Una notizia che, per quanto possa sembrare puramente di cronaca, ci deve ricordare come l’utilizzo delle piattaforme web e social non esenti dalle responsabilità civili e legali del mondo reale.
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