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Primi test su Google Stadia: non ci vorrà una connessione incredibile

Una rivoluzione della portata diGoogle Stadia è inevitabile che si porti dietro numerosi dubbi, soprattutto per ciò che concerne prestazioni e fattibilità. Sin da subito sono stati molti gli utenti che si sono lamentati in anticipo sulle connessioni in Italia, affermando che il servizio di streaming videoludico non sarà supportato adeguatamente. Ma i primi test svolti alla GDC 2019 dal team di Eurogamer hanno dimostrato come la realtà sia un’altra, anche se non è tutto rose e fiori.

I primi test svolti su Google Stadia mostrano performance promettenti ma da perfezionare

Il problema nel proporre un gioco in streaming è tutto relativo all’input lag, ovvero il tempo che intercorre fra la pressione di un pulsante del joystick e l’effettiva esecuzione del comando. Per il momento c’è da specificare che Google Stadia è ancora in fase di sviluppo, pertanto i risultati ottenuti dovrebbero soltanto migliorare. Ecco perché la prova offerta ai media si è svolta unicamente in 1080p a 30 fps, anziché i promessi 4K a 60 fps.

Detto questo, i test sono stati effettuati a bordo di un Google Pixelbook con ChromeOS in più circostanze di rete. Prima è stato collegato via cavo ad un router con connessione a 200 Mbps, poi via Wi-Fi ed infine ad una rete DSL a 15 Mbps, proprio per dimostrare che non sia necessaria una connessione potente. Considerato anche il lag da 21 ms del monitor LG C8 utilizzato nella seconda tranche di test, si spazia da un minimo di 166 ms fino ad un massimo di 188 ms con la connessione a 15 Mbps. Da sottolineare che, nel caso di quest’ultima connessione, la risoluzione è stata abbassata a 720p.

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Considerato che lo stadio non definitivo di Google Stadia (scusate il gioco di parole), i risultati sono migliori di quanto si potrebbe pensare, per quanto perfettibili. Le performance non sono ancora paragonabili a quelle di un gameplay su PC a 30/60 fps, ma per esempio Xbox One X ha un input lag in linea con quello del servizio di Big G. Se non avete una connessione potente, quindi, c’è ancora speranza!

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