Da parte dell’Antitrust è stata avviata una nuova procedura nei confronti di TIM, Wind 3 e Fastweb. Come riportato nel bollettino AGCM del 4 marzo 2019, i tre operatori sono accusati di aver messo in atto delle pratiche scorrette per quanto riguarda le offerte Fibra Ottica. Vediamo nel dettaglio quali sono le motivazioni espresse da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Le offerte Fibra di TIM, Wind 3 e Fastweb non vanno bene per l’Antitrust
Nel caso diTIM, le accuse da parte dell’Antitrust erano già stata avanzate lo scorso febbraio 2018. Già un anno fa, infatti, il Garante puntava il dito verso l’operatore per ciò che concerneva il non rispetto di alcune delle informazioni riportate nel proprio catalogo di offerte internet. In soldoni, TIM avrebbe omesso dettagli relativi alle limitazioni tecnologiche e geografiche. L’offerta incriminata sarebbe la TIM Connect Fibra, pubblicizzata approfittando della terminologia “Ultraveloce” per convincere gli utenti ma senza fornire un tool che verificasse le effettive velocità anziché soltanto la copertura. Senza contare che non sarebbe stato indicato correttamente l’aumento di 5€ una volta passati 12 mesi dall’attivazione.
Passando aWind 3, anche in questo caso la pratica scorretta risale a quasi un anno fa, ovvero al 28 marzo 2018. Come per TIM, la scorrettezza riguarda la mancanza di informazioni relative agli effettivi vantaggi di prestazioni rispetto ai rivali. Durante lo scorso autunno sono stati fatti girare spot in cui si parla di “Fibra 1000 per la casa“, quando in realtà queste velocità sono consentite unicamente per le nuove attivazioni nelle città con copertura FTTH. Inoltre, le pubblicità non avrebbero fatto capire in modo chiaro che il modem era accessibile a 5€ al mee in più.
Per concludere, le accuse hanno colpito ancheFastweb ad aprile 2018. Indovinate un po’? Esatto, anche per l’operatore in giallo si parla di pubblicità ingannevole, con motti come “la connessione più potente, velocità trasparente, Internet Veloce“. L’utente non sarebbe stato così in grado di capire effettivamente quali potessero essere le velocità reali, in virtù delle possibili problematiche geografiche e non.
E visto che nessuno di questi operatori ha adempiuto ai propri obblighi legislativi, come richiesto dall’Antitrust, sono in arrivo multe fino a 5 milioni di euro.
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