Continua la soap opera che coinvolge Apple e la cosiddetta questione dell’obsolescenza programmata. Dopo che HTC e Motorola si sono dichiarate assolutamente contrarie a tale pratica (anche a fin di bene, come precedentemente dichiarato da Cupertino) si attende anche la risposta da parte di altri produttori. Intanto Apple ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui fa dietro front e si scusa pubblicamente per aver “rallentato” gli iPhone più datati.
Apple si scusa per aver “castrato” via software gli iPhone più vecchi
Tramite una lettera ai propri clienti, pubblicata sul sito ufficiale, Apple ha cambiato la sua posizione in merito alla questione delle batterie. Da oggi queste sono componenti deteriorabili e, da gennaio fino a dicembre 2018, tutti possessori di iPhone 6 e superiore potranno beneficiare di un consistente taglio di prezzo per la sostituzione. Gli utenti potranno sostituire la batteria al prezzo di 29 dollari, uno sconto di circa 50 dollari rispetto al costo di listino.
Inoltre, Cupertino ha anche promesso che aggiungerà delle nuove funzionalità ad iOS per gli inizi del 2018. Queste feature serviranno a monitorare in maniera precisa lo stato di salute della batteria; così gli utenti potranno sapere quando la batteria non sarà più in grado di supportare le prestazioni massime dello smartphone.
Apple sottolinea: nessuna obsolescenza programmata
Comunque Apple continua ad insistere sul fatto che non vi sia nessuna obsolescenza programmata. Finora si è solo limitata a gestire in maniera “aggressiva” le prestazioni degli smartphone più datati, in modo da massimizzare la durata della batteria. Questa, specie su iPhone 6, 6S, SE e 7, non è in grado di fornire la potenza necessaria al processore, a causa dell’usura. Purtroppo, nonostante le “buone intenzioni”, la cosa ha generato una valanga di cattiva pubblicità per l’azienda, con tanto di azioni legali da parte di alcuni. Il percorso per ricostruire la fiducia negli utenti sarà di certo tortuoso, ma possiamo considerare questa lettera di scuse un buon inizio. Se siete interessati a leggerla in versione integrale, la trovate al seguente link.
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