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Uber vince il ricorso in tribunale e torna ad essere legale in Italia

Anche se non siete assidui frequentatori del mondo tech online, quasi sicuramente avrete sentito parlare della diatriba diUber inItalia, inizialmente accolto in dura maniera dalla associazione dei taxisti di tutta Italia, fino a scontri veri e propri fra le due fazioni. Dopo un primo divieto arrivato da parte del Tribunale di Roma, poi stoppato dopo l’obiezione di Uber, arriva la conferma che tanti aspettavano:Uber è di nuovo legale in Italia.

Dopo la nuova decisione Uber Black potrà tornare ad operare normalmente sul suolo nazionale, mentre gli altri servizi Uber Pop ed Uber X (ovvero quelli condotti da normali cittadini) rimarranno vietati. Parole entusiaste, ovviamente, da parte dell’azienda californiana: “Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione in Italia. Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità della città.

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Uber vince il ricorso in tribunale e torna legale in Italia

Ecco la risposta diFedertaxi: “La politica e i veri poteri forti hanno avuto la meglio. Il Tribunale ha ritenuto di non poter non tenere in considerazione l’emendamento Lanzillotta approvato nel corso di questa causa che è andato ad incidere sul principio di territorialità e sull’obbligo di rientro a rimessa a carico degli ncc. Pertanto, grazie al nostro Parlamento e agli impegni assunti e non rispettati dal Governo, un servizio completamente abusivo (come Uber Black) potrà continuare ad operare in Italia.

Non abbiamo parole per descrivere il nostro sconcerto per un Governo, un Parlamento, una Autorità a tutela della concorrenza ed una destinata a regolare proprio i trasporti, che hanno fatto di tutto per “salvare” una multinazionale aspirante monopolista che vuole sottrarre il lavoro a cittadini italiani, impedendo alla magistratura di proseguire nella propria lotta all’abusivismo. Noi possiamo solo ribadire che continueremo a lottare per il nostro lavoro contro ogni forma di abusivismo e in tutte le sedi fino a quando non debelleremo questa piaga che si chiama: Abusivismo.

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