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Samsung: niente arresto per il vice-presidente Lee Jae-yong

Se già il fiasco del Note 7 non fosse stato sufficiente, un ulteriore brutta tegola si è abbattuta su Samsung. Per il vice-presidente Lee Jae-yong, accusato di corruzione ed appropriazione indebita, era scattato il mandato d’arresto, successivamente ritirato dalla corte giudiziaria sud-coreana.

Queste accuse sono arrivate in seguito ad un processo ai danni dell’azienda, al centro di alcuni sospetti trasferimenti di denaro, per i quali il vice dell’azienda è stato prima interrogato per circa 24 ore e poi trattenuto in attesa del responso.

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Samsung: niente arresto per il vice-presidente Lee Jae-yong

I motivi per cuiLee Jae-yong non è stato arrestato non sono ancora completamente chiari ma, stando a quanto riportato dal giudice, lo stato attuale del processo non implica necessariamente l’arresto dell’indagato.

Tuttavia, ciò non si traduce in un’assoluzione, in quanto egli rimane parte integrante del processo, assieme ad alcuni nuovi indagati, fra cui Park Sang-kin, responsabile di Samsung Electronics, Choi Gee-sung e Chang Choong-ki, entrambi ai vertici di Samsung Group.

La vicenda si basa su una sospetta cifra che Samsung avrebbe versato ad alcune fondazioni diChoi Soon-sil, consigliera dell’azienda e stretta consigliera diPark Geun-hye, presidentessa del colosso coreano, successivamente rimossa dal suo incarico. Questa somma, che si attesta fra i30/40 milioni di dollari, sarebbe stata utilizzata per ricevere aiuti politici all’interno di una operazione di riassetto dell’azienda, fra cui la fusione con il gruppo Cheil Industries, in cui sarebbe coinvolto anche ilNational Pension Service, fondo pensione pubblico sudcoreano.

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