Mark Zuckerberg, CEO di Facebook

Facebook: i filtri anti-bufale dovrebbero debuttare in Germania

A seguito dell’elezione di Donald Trump negli USA, sono molte le polemiche sorte attorno al mondo delle notizie online, in special modo contro Facebook, additato di dare modo a notizie false e bufale di circolare liberamente con tutte le conseguenze del caso.

Dopo qualche tira e molla, adesso il social sembra pronto ad introdurre deifiltri, in modo da combattere questo fenomeno ormai più che diffuso, ed il primo paese a testare ciò sarà laGermania. Ma vediamo più nel dettaglio in cosa consisterebbero questi filtri.

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Facebook: i filtri anti-bufale dovrebbero debuttare in Germania

Innanzitutto, perché la Germania? La motivazione sarebbe da attribuirsi alle elezioni federali che si terranno nella nazione verso fine 2017, in modo da scongiurare eventuali situazioni come quelle vissute nel periodo delle elezioni statunitensi. Inoltre, fra i soggetti più colpiti dalle fake news ci sarebbe proprio la cancellieraAngela Merkel.

Per evitare che ciò si ripeta, dai prossimi giorni gli utenti tedeschi potranno segnalare tramite un apposito form le notizie che reputano false. Ci saranno poi degli enti, opportunamente certificati e facenti parte dell’accordo “Poynter’s International Fact Checking Code of Principles“, incaricati di analizzare le segnalazioni.

Una volta che verrà constata la falsità della notizia in questione, essa sarà contrassegnata da un simbolo d’allerta rosso con cui gli utenti di Facebook potranno capire che la notizia non è veritiera. Ma i filtri non saranno soltanto utilizzati per le pagine del social ma anche per i normali utenti: infatti, se essi proveranno a condividere una notizia contrassegnata come falsa, saranno prima informati da un avviso e, nel caso essi procedano comunque nella condivisione, subiranno un calo di visibilità sulla piattaforma, in modo tale che chi si approfitta di questo meccanismo diventi “invisibile” agli occhi degli altri.

Oltre a ciò, nelle scorse settimane il governo tedescoaveva ipotizzato l’introduzione di una legge con cui punire i media, rei di non aver rimosso le notizie false entro 24 ore, con una multa fino a ben 500.000 euro.

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