Commissione Europea streaming

Guardare video pirata in streaming non è reato, ve lo dice la Commissione Europea

Un nuovo capitolo nell’interminabile guerra tra coloro i quali diffondono ed usufruiscono di materiale pirata e i gruppi anti pirateria si sta svolgendo proprio ora con l’arbitrato della Commissione Europea, con esiti non propriamente prevedibili.

La Commissione Europea e lo streaming di materiale pirata

La Corte di Giustizia Europea, nella scorsa settimana, si è trovata ad ascoltare un caso che vedeva il gruppo anti-pirateria olandese BREIN e il governo spagnolo confrontarsi con Filmspeler.nl, un rivenditore di riproduttori multimediali con installato software in grado di accedere in maniera molto semplice e gratuitamente a contenuti protetti da diritto d’autore.

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Secondo quanto sostenuto da BREIN e dal governo spagnolo, questa è una violazione della Direttiva EU sul Diritto d’Autore ma la Commissione Europea, pronunciatasi sull’argomento, ha posto due sorprendenti obiezioni.

La prima riguarda la legalità di vendere un media player con software che permette di riprodurre materiale pirata. In questo caso, la Commissione Europea ha sostenuto che l’illegalità risiede non tanto nell’installare un software comunque facilmente scaricabile dagli utenti ma nella produzione stessa di queste applicazioni che, per l’appunto, dovrebbero essere l’oggetto dell’azione legale.

L’altra obiezione, sicuramente più interessante, consiste nel non poter assimilare il guardare in streaming del materiale pirata all’effettivo possesso dello stesso, cosa che non si configurerebbe come reato.

Come detto, non ci troviamo di fronte ad una sentenza quanto ad un parere della Commissione Europea che, peraltro, deve ancora emanare (cosa che avverrà entro fine anno) una raccomandazione non vincolante per gli stati membri. Il verdetto, invece, sarà compito della Corte di Giustizia Europea ed è atteso nei primi mesi del prossimo anno.

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