È stato realizzato un algoritmo capace di predire gli attacchi terroristici?

Realizzato un algoritmo capace di predire gli attacchi terroristici

Un professore di fisica dell’Università di Miami ha realizzato un algoritmo capace di scansionare i messaggi dell’ISIS sui social media e predire in questo modo i prossimi attacchi terroristici del gruppo. Sulla rivista Science, il dottor Neil Johnson e la sua squadra hanno dichiarato di aver analizzato per circa un anno i messaggi sul social network russo Vkontakte, alla ricerca di frasi e messaggi in varie lingue che inneggiassero all’ISIS. Questi dati sono poi stati utilizzati per dare vita ad un modello statistico mirato ad identificare i comportamenti in rete dei sostenitori del gruppo di estremisti.

A differenza di quel che si potrebbe pensare, l’algoritmo in questione non prova a setacciare ogni singolo messaggio pubblicato sui social media alla ricerca di informazioni, ma si concentra soprattutto sui piccoli gruppi che solitamente nascono all’improvviso poco prima degli attacchi veri e propri. Questo strumento non riuscirebbe quindi a predire incidenti come quello di San Bernardino o di Orlando in quanto sono stati portati a termine da un solo individuo, ma potrebbe essere utilizzato per bloccare le azioni su larga scala prima che accadano.

Lo studio del dottor Johnson ha analizzato più di 100.000 membri appartenenti a circa 200 gruppi diversi sul social network Vkontakte, dove i sostenitori dell’ISIS condividono dichiarazioni di estremismo e consigli su come operare. Stando alle scoperte della ricerca, raramente i singoli individui operano da soli per molto tempo, ma vanno subito alla ricerca di gruppi ai quali unirsi.

Tuttavia gli esperti di terrorismo e comunicazione in rete non sembrano molto convinti dal metodo ideato dal dotto Johnson. Dopo aver infatti analizzato retroattivamente i dati che hanno portato agli attacchi terroristici del 2014 e del 2015, solo uno di questi è stato predetto in maniera accurata. Si è trattato di un attacco su larga scala avvenuto in Siria circa due anni fa, portato a termine seguendo una severa organizzazione militare. In questo caso i gruppi di estremisti hanno utilizzato i social network per disseminare la propria propaganda e guadagnare il supporto di quante più persone possibili prima dell’attacco vero e proprio.