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Intel abbandona il mobile: addio ai SoCs Broxton e soFIA

Le ultime due settimane sono state molto movimentate per Intel. Ci sono stati problemi sul mercato dei semiconduttori ed è stata ufficializzata la diminuzione dei guadagni rispetto alle previsioni nel Q1 del 2016. Cosi’ Intel ha deciso di focalizzarsi su quanto ritiene più remunerativo, ovvero il mercato dei data center e della connettività 5G, quest’ultima è un area su cui Intel dovrà concentrarsi se, in futuro, vorrà tornare al mercato mobile e farlo in modo migliore. Confermato inoltre il taglio dell 11% dei suoi dipendenti entro la metà del 2017 (circa 12 mila persone).

C’è stato anche un annuncio di fondamentale importanza da parte di Intel, in un report pubblicato da Patrick Moorhead è stato confermato l’addio da parte di Intel allo sviluppo dei propri SoC per smartphone Broxton e soFIA. Questa mossa certifica l’addio al mercato degli smartphone, mentre Intel continuerà a realizzare soluzioni per i tablet, in particolare i 2 in 1 tramite le soluzioni Apollo Lake (annunciato proprio questo mese) e i prodotti della gamma Core.


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La notizia, veramente importante nel panorama smartphone, non sorprende più di tanto: Intel si è avvicinata al mercato mobile con forte ritardo e prodotti non convincenti fino in fondo, cio’ è risultato in ingenti perdite, svariati miliardi di dollari andati in fumo tra investimenti e sussidi ai produttori per diffondere le proprie soluzioni.

Ciò non rappresenta la fine del marchio Atom, ma Intel dovrà rivedere attentamente il posizionamento di mercato del brand.

“I cambiamenti hanno incluso la cancellazione della piattaforma Broxton, così come le soluzioni commerciali SoFIA 3GX, SoFIA LTE e SoFIA LTE2 permettendoci di spostare risorse su prodotti che forniscono un maggiore ritorno e avanzino la nostra strategia. Questi cambiamenti hanno effetto immediato”, recita una nota stampa pubblicata da Intel stessa.

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Il CEO di Intel Brian Krzanich

SoFIA, in particolare, ha rappresentato una mossa inusuale per il colosso di Santa Clara, almeno fino a pochi anni fa. Si trattava di soluzioni basate su core Atom e modem Intel a basso costo, realizzate in collaborazione con aziende orientali come Rockchip e Spreadtrum, e prodotte presso impianti terzi. L’arrivo sul mercato di questi prodotti con il nome Atom X3 non ha però generato i guadagni sperati. Broxton, invece, avrebbe dovuto essere una soluzione ancora più veloce basata su architettura Goldmont a 14 nanometri.

Questo un grosso ridimensionamento: ai produttori di chip ARM il compito di banchettare sulla quota (esigua) di Intel nel settore smartphone, andando per esempio a esaudire le necessità di un importante produttore come Asus.

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