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Apple acconsente a far analizzare gli iPhone di due giovani scomparsi

Un iPhone 6 è (inconsapelvolmente) al centro di un’indagine di cronaca riguardante il caso di due giovani scomparsi in Florida. Lo scorso luglio, i quattordicenni Austin Stephanos e Perry Cohen sono spariti in seguito ad una gita in barca nell’Oceano Atlantico; la Guardia Costiera statunitense ha condotto una ricerca di otto giorni nel tentativo di trovare almeno i corpi dei due ragazzi, ma tutte le ricerche si sono rivelate vane.

Il mese scorso, è arrivata una svolta nel caso: la barca su cui viaggiavano i due ragazzi è stata ritrovata 100 miglia al largo della costa delle Bermuda con a bordo solo l’iPhone 6 di Stephanos. In un primo momento l’iPhone è stato consegnato alla madre del ragazzo, ma la madre di Perry Cohen si è rivolta ad un tribunale, affinché lo smartphone venisse fatto analizzare, al fine di estrapolarne qualche dato utile al caso.

Ieri si è tenuta un’udienza sul caso, a conclusione della quale (stando all’avvocato dei genitori di Stephanos) Apple si è detta disposta ad analizzare i dati del dispositivo, sigillare le prove e rinviarlo al tribunale.

La famiglia Cohen, dal canto suo, si è rivolta al tribunale dicendosi convinta che l’iPhone doveva essere consegnato sin dall’inizio alle forze dell’ordine e non alla famiglia dell’altro ragazzo scomparso in modo da evitare danni e non correre il rischio di inficiare anche l’unica prova esistente.

Apple non ha ancora dichiarato quali misure intende adottare per l’analisi dello smartphone, considerando anche il fatto che esso è stato gravemente danneggiato dall’acqua a causa della lunga permanenza sulla barca; nonostante ciò l’azienda di Cupertino sembra abbastanza disposta ad aiutare la famiglia Stephanos che ha sottolineato l’estrema necessità di “sottoporre il dispositivo ad una perizia forense”.

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