Il servizio offerto da Facebook viene utilizzato ogni giorno da miliardi di persone in tutto il mondo, ma non sempre con le migliori intenzioni. Recentemente infatti il New York Times ha rivelato alcuni gruppi sul social network che si occupavano di vendere armi in Medio Oriente, indistintamente tanto ai terroristi quanto ai mercenari.
Lo scorso mese invece la Armament Research Services ha pubblicato un lungo rapporto nel quale venivano documentati diversi casi in Libia di mitragliatori, lanciagranate e missili acquistati proprio sulle pagine di Facebook. La medesima tecnica di vendita viene utilizzata anche in moltissimi altri paesi in conflitto, come Siria, Iraq o Yemen.
La recente funzione di Facebook che permette di inviare denaro attraverso Messenger ha inoltre fornito ai rivenditori un modo incredibilmente semplice e veloce di riscuotere i pagamenti. Ultimamente il social network ha quindi aggiornato il proprio regolamento, specificando che la vendita di armi da fuoco è assolutamente vietato. “Vogliamo rendere estremamente chiaro che il nostro portale non vuole in alcun modo facilitare la vendita privata di armi“, ha dichiarato Monika Bickert, a capo del reparto che si occupa di controllare i contenuti del sito.
La buona notizia è che, delle sette pagine rivelate dal New York Times, sei sono state immediatamente chiuse da Facebook. Il gruppo rimanente si occupa invece di immagini e discussioni riguardanti le armi da fuoco, ed al suo interno non permette la compravendita di beni.