Sticker a tema omosessualità bandite in Indonesia

Sticker ed emoji omosessuali banditi in Indonesia: “causano disagio”

Il governo dell’Indonesia ha recentemente chiesto a tutti gli sviluppatori di applicazioni e social network di rimuovere sticker ed emoji che mostrano soggetti omosessuali, bisessuali o transessuali, affermando che questo genere di immagini provoca un certo disagio nella popolazione. L’applicazione giapponese di messaggistica Line ha già rimosso dal proprio servizio gli sticker incriminati, ed è stato chiesto a WhatsApp di fare lo stesso.

“Abbiamo rimosso quegli sticker di nostra spontanea volontà non appena ci siamo resi conto del fastidio che questo genere di contenuti provocava a gran parte della popolazione indonesiana“, ha spiegato proprio oggi un portavoce di Line.

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Anche il Ministero dell’Informazione e della Comunicazione indonesiano ha recentemente rilasciato una comunicazione, affermando che questa brusca decisione è stata presa perché “gli sticker in questione provocavano un forte disagio nella società, specialmente tra i genitori. Il governo non può permettersi che certe immagini causino un tale malcontento tra la popolazione, specialmente a fronte delle norme religiose e culturali in Indonesia.”

La costituzione dell’Indonesia è in tutto e per tutto laica, ma quasi il 90% della popolazione è musulmana: la religione influenza profondamente la cultura e le norme sociali del paese. Anche se ad oggi fortunatamente non esistono delle vere e proprie norme a livello nazionale che bandiscano l’omosessualità, lo scorso ottobre nella provincia di Banda Aceh è stata istituita la legge islamica della Sharia. Da allora due donne sono state arrestate per essersi abbracciate in pubblico, mentre molti altri sono stati fustigati per adulterio o gioco d’azzardo.

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