Che aspetto avrebbero i libri se non avessero le parole?

Che aspetto avrebbero i libri se non avessero le parole?

Si pensa che siano le parole, e non la punteggiatura, a definire lo stile di un autore. Ma il ricercatore Adam J. Calhoun ha recentemente dimostrato che i punti e le virgole sono tanto importanti quanto la scelta dei vocaboli. In un articolo su Medium, Calhoun ha infatti rimosso del tutto le parole da alcuni dei suoi libri preferiti, lasciando solamente una stringa infinita di simboli di punteggiatura.

Confronto tra due opere

I risultati mostrano un forte contrasto tra come i vari autori utilizzano lo strumento della punteggiatura all’interno dei propri testi. Alcuni infatti sembrano preferire il dialogo diretto, altri invece fanno un largo uso della virgola ed del punto e virgola per costruire frasi molto lunghe e complesse. Altri ancora invece utilizzano solamente i simboli più comuni per narrare le storie dei propri libri.

La più grossa differenza, ha scoperto il ricercatore, si trova tra Meridiano di Sangue di Cormac McCarthy ed Absalom, Absalom! di William Faulkner. Il primo autore, celebre per il suo stile semplice e le frasi brevi, utilizza nel suo libro solo una manciata di punti, virgole e punti interrogativi. Al contrario Faulkner fa largo uso di punti e virgola, apostrofi e migliaia di virgole nella sua opera, creando complessi labirinti di parole e punteggiatura.

Il ricercatore fa anche notare come l’inglese letterario antico utilizzi in media molte più virgole di quello moderno. Molte delle frasi descrittive presenti ad esempio in Frankenstein di Mary Shelley, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e Grandi Speranze di Charles Dickens vengono infatti costruite con una grande quantità di virgole.

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