Occhi bionici

Dall’Australia i primi occhi bionici per curare la cecità

Un gruppo di ricercatori della Monash University, in Australia, ha recentemente sviluppato un paio di “occhi bionici” che non hanno alcun bisogno di essere installati all’interno delle orbite.

Gli scienziati stanno invece lavorando ad un singolare sistema che richiede l’impianto di undici piccole piastre metalliche in alcune specifiche aree del cervello. Ogni piastra contiene esattamente 43 elettrodi, il cui scopo è quello di stimolare il cervello con leggerissime scariche elettriche, così da creare dei piccoli puntini di luce, quasi dei pixel se vogliamo, molto simili a quelli creati da un occhio sano.

Le piastre sono capaci al momento però di dar vita ad appena 500 pixel, mentre un normale occhio umano può arrivare a crearne quasi due milioni! La tecnologia non donerà quindi una vista perfetta ai miopi, ma potrebbe rendere la vita più semplice a chi purtroppo ha perso la vista del tutto.

Le piastre verranno accompagnate da uno speciale paio di occhiali, contenente un sensore per il movimento degli occhi, una fotocamera digitale, un processore ed un trasmettitore wireless.

Il sensore rivela il movimento della pupilla, e muove in tempo reale la fotocamera di conseguenza. Il segnale video viene poi processato ed inviato alle piastre installate nel cervello, che creano infine una rozza immagine basandosi sui dati ricevuti.

Occhiali per donare la vista

Ovviamente l’utilizzo primario di tale tecnologia è quello di aiutare le persone con gravi disabilità visive, donando loro una certa indipendenza dall’aiuto altrui. Ma se in futuro tale tecnica dovesse essere migliorata, chissà, potrebbe anche essere utilizzata per fornire una vista da falco anche alle persone con due occhi perfettamente funzionanti!

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