Clash of Clans

Ti credi bravo a Candy Crush o Clash of Clans? Una menzogna!

Fin dai primissimi giochi su cabinato, l’industria videoludica ha storicamente sempre messo alla prova certe qualità nei giocatori, fossero queste la destrezza, le capacità strategiche o semplicemente la prontezza di riflessi. Tuttavia, stando al vicepresidente di Tilting Point Jesse Divnich, questa regola apparentemente indiscussa non si applica al mondo dei giochi per cellulare.

Una settimana prima della conferenza dal titolo “I dieci più grandi errori commessi dagli sviluppatori di giochi free-to-play” che lo stesso Divnich terrà al Montreal International Game Summit, il vicepresidente di Tilting Point si è espresso riguardo alla differenza tra i giochi basati sull’abilità, e quelli invece basati sull’illusione dell’abilità. Mentre nei primi il progresso o le prestazioni nel gioco vengono dettate unicamente dalle capacità individuali del videogiocatore, nei secondi la velocità di avanzamento è già stata prestabilita a priori dagli sviluppatori.

“Nonostante alcune persone siano fermamente convinte di esserlo, nessuno è veramente bravo a Candy Crush”, ha affermato Divnich. “Se mi rivelaste il tempo giocato ed i soldi spesi, sarei in grado di dirvi con precisione quanto lontani siete arrivati a Candy Crush, o il livello del vostro municipio in Clash of Clans, oppure il numero di ascensioni di Tap Titans. Devo ammettere che fa quasi paura pensare che i giochi per cellulare più di successo non siano altro che delle montagne russe ben progettate. Non si tratta però di un concetto negativo di per sé.

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Noi siamo degli appassionati, e la nostra visione di videogioco è completamente diversa perché siamo cresciuti in un’era dove i videogiochi d’azione basati sull’abilità personale erano la norma. Ma con la penetrazione degli smartphone in praticamente qualsiasi fascia della popolazione, chiunque può oggi essere considerato un videogiocatore, e quel che entusiasma la massa spesso non è quel che interessa al consumatore tradizionale. Finché chi usufruisce di questo genere di contenuti riesce a divertirsi, che dovrebbe importare loro cosa richiede bravura o meno?

Ho visto fin troppi sviluppatori indipendenti cercare di creare qualcosa che a loro stessi piacerebbe giocare, ma nella moderna industria del videogioco free-to-play per cellulare bisogna tenere presente che si sta innanzitutto realizzando un prodotto indirizzato principalmente alle masse. Nonostante io sia fermamente convinto che il carburante di ogni sviluppatore che si rispetti debba innanzitutto essere la passione per quel che si sta creando, la cosa in assolutamente più importante è che per i propri giochi esista un mercato a cui rivolgersi. Valuto ogni mese centinaia di giochi diversi, ed è sorprendente quanti sviluppatori provino a svecchiare i formule ormai collaudate aggiungendo alle proprie creazioni meccaniche estremamente complesse, quando dovrebbero invece concentrarsi sull’offrire al consumatore più varietà ed opzioni, ma sempre confinandole all’interno di ritmi di gioco prestabiliti.

I giochi per cellulare che si basano principalmente sull’abilità degli utenti vanno molto forte in Cina, soprattutto perché lì l’accesso ad apparecchi altamente specializzati come le console da gioco è parecchio limitato. Per molti giocatori cinesi, infatti, il telefono rappresenta il primo incontro con il videogioco, nonché spesso unico mezzo per usufruirne. Ed un po’ come per noi occidentali ci sono voluti quasi dieci anni per accettare ed adottare su larga scala il modello free-to-play nato inizialmente in Oriente, sono sicuro che molto presto assisteremo ad un massiccio affluire di titoli complessi per cellulare anche qui da noi in America ed Europa. Basti pensare a tutti i bambini tra i sette ed i tredici anni che oggi utilizzano il tablet come principale dispositivo per videogiocare. È la loro generazione che tiene costantemente in cima alle classifiche di vendite giochi come Minecraft, e sarà sempre la loro generazione che tra qualche hanno richiederà al mercato esperienze di gioco più complesse.”

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