Lo scienziato tedesco Roland Behrens vuole trovare un modo per le macchine di coesistere con gli esseri umani, senza che le prime tentino di uccidere i secondi. Ma per farlo, bisogna prima scoprire quanto forte le persone possono essere colpite senza causare serie lesioni. Una squadra di ricercatori al Fraunhofer IFF Institute, in Germania, ha infatti ideato una macchina il cui unico scopo è quello di colpire dei volontari alla spalla, così da poter studiare i danni dell’impatto. Quando il braccio robotico colpisce, il povero malcapitato dovrà dare un voto da uno a dieci al dolore provato: se raggiunge i cinque, i test vengono immediatamente interrotti ed il soggetto viene sottoposto ad un veloce controllo agli ultrasuoni per determinare la portata delle ferite.
I robot costruiti allo scopo di aiutare gli esseri umani a casa o a lavoro sono in continuo aumento, ma per adesso non ancora del tutto sicuri. Questo stesso anno infatti, in una fabbrica Volkswagen a Kassel, un lavoratore appena ventiduenne, dopo essere stato afferrato da un braccio meccanico dedicato all’assemblaggio delle automobili, è stato scaraventato su una piastra metallica e schiacciato a morte. Stando ai rapporti, nella sola Germania sono stati ben 158 negli ultimi dieci anni gli incidenti che coinvolgevano uomini e robot.
Questo genere di disgrazie ha sollevato più di una domanda sulla sicurezza e sull’affidabilità di una futura più profonda collaborazione tra macchine ed esseri umani. Per adesso, Behrens spera di trovare al più presto un modo per fornire ai robot una migliore comprensione della soglia del dolore umano. “Evitare il contatto è l’unico modo per essere sicuri di rimanere incolumi”, ha dichiarato lo scienziato. “Ma se il contatto dovesse comunque avvenire, in futuro le conseguenze dovranno essere abbastanza leggere da permettere alle persone di tornare a lavoro il giorno successivo con al massimo un livido, non con una ferita aperta o peggio”.