Già in passato sono state portate avanti molte ricerche per cercare di rendere la fotosintesi artificiale una realtà. Le soluzioni trovate si sono però sempre rivelate troppo costose, decisamente ingombranti e soprattutto incapaci di generare quantità di energia soddisfacenti.
Pare però che un gruppo di ricercatori alla Florida State University sia riuscito nell’impresa, dando vita ad un materiale, composto principalmente da ossido di manganese, capace con appena un singolo strato non solo di intrappolare la luce solare, ma di scomporre con l’energia catturata l’acqua in idrogeno ed ossigeno.
A confronto, le moderne tecniche di assorbimento della luce solare hanno invece bisogno di molteplici strati per funzionare correttamente, risultando non solo infinitamente più costose, ma anche meno efficienti.
Inoltre, stando alle parole di Mendoza-Cortes, assistente del professore di Ingegneria Chimica all’università, si tratterebbe di una fonte di energia praticamente inesauribile e con un impatto ambientale pari a zero, in quanto non viene prodotto alcuno scarto.
Anche se sembra che il materiale non abbandonerà l’ambiente di laboratorio molto presto, le possibile applicazioni appaiono già adesso potenzialmente illimitate: dalle automobili ad idrogeno capaci di fabbricare automaticamente il carburante di cui hanno bisogno ad intere case alimentate unicamente grazie all’energia solare.