L’Apple App Store potrebbe essere definito, legalmente, un vero e proprio monopolio considerando le politiche applicate dall’azienda a riguardo dei prezzi delle applicazioni pubblicate sul suo market. La questione non è nuova, tutt’altro. La prima azione legale, una class action, risale al 2011.
Il market di applicazioni Apple è l’unico dal quale i possessori di iPhone ed iPad possono procurarsi applicazioni per i loro device. Infatti, almeno legalmente, non c’è la possibilità di scaricarle da Internet o da store alternativi. Apple questo lo sa bene e gioca sui prezzi.
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Ogni sviluppatore è libero di scegliere a quanto vendere il proprio contenuto, ma dovrà tenere a mente che la mela morsicata tratterrà il 30% degli incassi. Una cifra decisamente importante. Per questo motivo, nel 2011 ci fu la prima class action contro Apple negli Stati Uniti. L’accusa era proprio quella di gestire l’App Store in regime di monopolio, senza che però lo fosse a livello legale.
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Inizialmente, la class action è stata bloccata perché secondo un giudice federale della California, non erano i consumatori ad essere clienti di Apple in questo contesto, bensì gli sviluppatori. Sembra però che la Corte d’Appello degli Stati Uniti non la pensi allo stesso modo. Anche i consumatori finali sono clienti dell’azienda e quindi in diritto di chiedere l’intervento dell’antitrust. Adesso la questione è tutta da verificare e non si cosa potrebbe succedere se il monopolio di Apple – nella gestione dell’app store – fosse effettivamente riconosciuto.
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