Solo qualche settimana eravamo praticamente convinti che la fine di Facebook fosse vicina. Gli utenti gridavano, giustamente, allo scandalo. Non c’erano più certezze e le campagna social contro la piattaforma si sprecavano. I dati della società di analisi ComScore sono però indicativi di tutt’altro. Infatti, in un report sull’andamento della presenza di iscritti a Facebook viene mostrato chiaramente che lo scandalo di Cambridge Analytica – a conti fatti – non ha danneggiato in modo significativo il social network.
Ben 188,6 milioni di americani hanno aperto negli States l’app di Facebook nel periodo osservato da CamScore. In generale, il social network è cresciuto del 7% – in termini di iscritti – in un anno. Dunque lo scandalo legato alla vendita di dati personali – letteralmente rubati dalla piattaforma – non l’ha danneggiato in modo così grave.
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È vero, subito dopo che la questione è stata scoperta i titoli di Facebook hanno perso moltissimo valore all’improvviso. Tuttavia, anche in questo caso si è trattato di un momento passeggero, a quanto pare. Infatti, lo scorso venerdì ogni titolo valeva 182$, non troppo lontano dal picco storico di 193$ registrato a febbraio 2018, solo poche settimane prima che lo scandalo diventasse di dominio pubblico.
Insomma, è evidente che gli utenti – pur avendo subito un atto gravissimo come quello del furto di dati personali – hanno comunque preferito rimanere sul social network. Chiaramente, non vogliamo generalizzare. Anche perché i dati si riferiscono agli Stati Uniti. Tuttavia, non è difficile pensare che la situazione sia analoga anche in Europa.
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