Dopo le nuove politiche sulle monetizzazioni, YouTube, annuncia delle migliorie sulla possibilità di “far soldi” creando contenuti da pubblicare sul portale. Si tratta di una particolare relazione che i creator avranno con le sponsorizzazioni. Andiamo a scoprirne di più.
Ricordiamo tutti la polemica legata ai tagli delle monetizzazioni. Questa soluzione è stata apportata per evitare che si cercassero filmati sensazionalistici, come il caso in cui venne filmata una vittima per suicidio. Così la società ha quindi deciso di “alzare l’asticella” restringendo la possibilità di accedere al programma partner di YouTube. Infatti, gli editor, per accedervi, hanno bisogno ora di almeno 1.000 abbonati e 4.000 ore di visualizzazione nell’ultimo anno, rispetto al tetto richiesto precedentemente di 10.000 visualizzazioni.
Questo provvedimento, unito all’aumento della sorveglianza dei contenuti, ha ridotto considerevolmente la possibilità di lucro tramite YouTube. Infatti, come replica il CEO, Susan Wojcicki, c’è stato un calo di 50 punti percentuale in relazione al partner program. Prosegue il CEO, che c’è un programma in atto ora per dare la possibilità agli editor di classificare i propri contenuti, aiutando l’algoritmo a rendere più efficace lo strumento della monetizzazione. Il sistema, quindi, riuscirà ad effettuare una scrematura sostanziale di video, tale da permettere a chi vi accederà di poter accedere alle sponsorizzazioni.
La Wojcicki ha fornito anche aggiornamenti su alcuni dati riguardanti la piattaforma. Ha infatti affermato che i nuovi strumenti di moderazione hanno portato ad un incremento del 600% di risposte nei commenti e ad un 75% rispetto ai tweet. Rimane però il fatto che YouTube non stia affrontando in maniera diretta il problema riguardo i creator che hanno visto i propri canali “declassati” dal nuovo algoritmo. Ricordiamo il caso in cui Nasim Najafi Aghdam, una editor, ha attaccato l’headquarter di YouTube. La polizia ha detto che Aghdam, che ha sparato ai dipendenti di YouTube prima di uccidersi, era “sconvolta dalle politiche e dalle pratiche di YouTube”.
D’altro canto, può essere soltanto rassicurante il fatto che l’azienda abbia preso atto di dover scegliere più accuratamente i propri contenuti, anche se con leggero ritardo. Per il resto, non abbiamo notizie certe in merito a come gli editor potranno accedere alle nuove politiche di sponsorizzazione. Non ci resta, quindi, che aspettare buone nuove dal quartier generale in California.
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