Una sentenza della Corte di Cassazione afferma che le chat di WhatsApp e le e-mail possono essere utilizzate in tribunale come prova processuale, una svolta importante per l’ambito giuridico italiano e che mette le cose in chiaro anche per future questioni.
Fino a questo momento era possibile utilizzare come prova esclusivamente la PEC – Posta Elettronica Processuale – ma ora le cose potrebbero cambiare radicalmente. La sentenza 19155/2019 del 17 Luglio 2019 pone SMS, chat di WhatsApp ed e-mail al pari di prove cartacee e viene anche invertito l’onere della prova, ovvero ora è il destinatario a dover provare concretamente la non rispondenza con la realtà del testo.
LEGGI ANCHE:
Verifica i tuoi dati Vodafone: attenti alla nuova truffa con SMS
La sentenza fa riferimento ad una diatriba da una donna e il suo ex marito, il quale ha negato di aver autorizzato il pagamento della retta per l’asilo del figlio. Dai messaggi digitali è emerso che l’uomo ha acconsentivo alla spesa e per questo motivo la Cassazione si è mossa in favore della donna, dando valore di prova alle chat tra i due ex coniugi.
LEGGI ANCHE:
Noitel si rinnova: ecco le nuove offerte su rete Vodafone 4G, a partire da 2.99€
Insomma, siamo di fronte ad una svolta che potrebbe mettere in discussione l’utilizzo delle app di messaggistica (di cui WhatsApp fa appunto parte). Ora vi approccerete in modo diverso a causa delle possibili conseguenze, oppure la sentenza non cambierà il modo di chattare?
[su_app]La PlayStation 5 è stata lanciata il 19 novembre 2020 in Italia, una settimana dopo…
Dopo 16 anni dal suo arrivo sul mercato, iPhone 2G torna a sconvolgere la vita…
Con l'acquisizione di Activision oramai andata in porto, Microsoft e Sony hanno finalmente firmato uno…
L'operatore virtuale di Vodafone torna alla carica e questa volta prova a tentare i clienti…
Google ha annunciato oggi l'arrivo di Bard anche in Europa e in Italia, dopo la…
L'accesso a Internet è diventato fondamentale nella nostra società sempre più digitale. Per garantire una…