Uno dei fenomeno più controversi e diffusi sul suolo italiano prende il nome di “pezzotto“. Adesso legato alla piattaforma della IPTV, si tratta di una pratica illegale che, ai tempi di Tele+ e Stream, veniva portata avanti con decoder e tessere farlocche. Un fenomeno che ha prontamente suscitato le ire di società come Lega Calcio, Sky e DAZN, le quali hanno scaricato le responsabilità sugli operatori telefonici. Probabilmente anche per la minaccia di importanti cause legali, qualcosa si è mosso: ecco, quindi, che la Polizia di Stato italiana ha provveduto a bloccare ZSat.
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Fino a diversi anni fa ogni utente doveva munirsi di decoder e tessera falsificata per avere accesso gratuitamente ai servizi on-demand. Una procedura non sempre semplice per chiunque, ma che adesso è resa più alla portata di tutti tramite le succitate IPTV. Basta pagare una piccola somma mensile l’utente incriminato, dotato di un’infrastruttura che comprende diversi decoder, per ricevere un link da inserire nei software appositi. Non sorprende quindi scoprire che ben 2 milioni di italiani le utilizzino, fra cui addirittura alcuni stessi calciatori di serie A.
L’indagine portata avanti in questi giorni dalla Polizia di Palermo non solo ha interrotto il flusso di ZSat, tramite la quale veniva streammato non solo il palinsesto di Sky ma anche di Netflix. Ha anche portato all’arresto del reo ad essa legato, un 35enne di Palermo. Egli aveva con sé 189.000€, così come una macchina conta-soldi, due wallet fisici con criptovalute alcuni lingotti d’oro nascosti negli scarichi del bagno e nella spazzatura. Ma soprattutto una rete di 57 decoder Sky all’interno della propria camera da letto. La pena ammonta a 4 mesi di reclusione ed una multa di 2.000€
Ma non solo: adesso 11.000 utenti rischiano di essere sanzionati. Secondo l’articolo 171-octies della L.633/1941, la sanzione amministrativa può arrivare a costare una multa fino a 30.000€.
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