Se siete clienti TIM, Vodafone o Fastweb, non vi avrà fatto felici la notizia delle rimodulazioni in arrivo da parte del vostro operatore. Per carità, in Italia siamo più fortunati di quello che pensiamo, visto che nel resto del mondo le tariffe sono mediamente più costose delle nostre. Ma è altresì vero che il fenomeno delle rimodulazioni non può non risultare fastidioso. A tal proposito, in Senato si sta discutendo sul porre un freno a tale pratica.
Già ad inizio 2019 si era parlato del DL Semplificazioni, il cui obiettivo (o almeno, uno fra i vari) è appunto fermare rimodulazioni e costi nascosti. E adesso la discussione viene portata avanti in particolar modo da Mauro Coltorti e Gabriele Lanzi, avanzando una possibile modifica del decreto Bersani del 2007.
La proposta di legge presentata negli scorsi giorni dai due senatori verrà presto discussa dalla commissione competente. Questa punta proprio al fenomeno delle rimodulazioni, con un divieto di modificare le offerte, non soltanto telefoniche ma anche televisive:
“Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche non possono modificare le condizioni giuridiche ed economiche dell’offerta prima che siano trascorsi sei mesi dalla stipula del contratto di fornitura, in ogni caso senza aggravio di costi o peggioramento delle condizioni economiche applicate nei confronti del consumatore.”
Non soltanto rimodulazioni ma anche trasparenza:
“La medesima Autorità garantisce altresì che gli operatori dei servizi di telefonia mobile assicurino la piena trasparenza delle offerte e messaggi pubblicitari […], garantendo una comunicazione semplice ed essenziale che faciliti al consumatore la comprensione della tariffa e del prezzo complessivo relativo ai servizi acquistati mediante sottoscrizione del contratto di attivazione.”
Ultimo, ma non ultimo, il punto relativo ai costi nascosti:
“Sono pertanto vietati le offerte e i messaggi pubblicitari e informativi di tariffe e servizi proposti dagli operatori che contengano l’indicazione del prezzo finale privo, in tutto o in parte, degli oneri complessivi derivanti dall’attivazione o utilizzo dei servizi di traffico voce, dati, messaggistica istantanea e dei servizi ancillari di cui al comma 02-bis.“
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