Ancora problemi per Google in Europa. Questa volta il contenzioso sarebbe derivato dalla decisione del CNIL (Commission nationale de l’informatique et des libertés) di comminare alla società statunitense una multa di 50 milioni di euro a causa della poca chiarezza rispetto la comprensione e gestione nell’utilizzo dei dati utente.
Più specificamente, le accuse rivolte a Google riguarderebbero la mancanza di trasparenza nel comunicare ai propri utenti i modi di raccolta dati a fini pubblicitari. Si tratta poi di una decisione a suo modo storica: mai prima d’ora un’autorità francese aveva irrogato una sanzione così elevata.
Causa scatenante della decisione è stata senz’altro l’arrivo, pochi mesi fa, del GDPR, volto proprio ad una maggiore tutela dei dati utente. Secondo il nuovo regolamento europeo, infatti, Big G avrebbe dovuto esporre e giustificare in maniera limpida le finalità di raccolta dati e, laddove necessario, chiedere separatamente l’adesione.
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Ad ogni modo la decisione del CNIL risulta emblematica di come tutte le nazioni abbiano ormai avvertito la necessità di tutelare i propri cittadini e, allo stesso tempo, i pericoli (di violazione privacy e non solo) che una raccolta dati massiva potrebbe arrecare.
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