Grazie al Decreto Semplificazioni potremmo dire addio a rimodulazioni e costi nascosti applicati dagli operatori, per nostra somma gioia. Questo è ciò che si evince dal decreto legge n.13 del 14 dicembre 2018, al quale stanno lavorando le commissioni parlamentari “Affari costituzionali” e “Lavori pubblici, comunicazioni” del Senato. Fra i vari argomenti contenuti si parla proprio del mercato telefonico italiano, con 4 emendamenti dedicati all’argomento.
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A partire dal primo emendamento, firmato dal senatore Santillo del Movimento 5 Stelle, si parla di maggiore trasparenza di tariffe e messaggi pubblicitari. Questo per rendere più semplice ai consumatori la comprensione dei prezzi dei servizi acquistati, evitando termini ed espressioni gergali. Ciò vieterebbe offerte e pubblicità il cui prezzo finale non includa anche costi di attivazione, fruizione del piano tariffario, trasferimento ad altri operatori e utilizzo di servizi ed app non disattivabili.
Il secondo emendamento, firmato dalla senatrice Gabriella Di Girolamo del M5S, riguarda il diritto di recesso ma soprattutto il divieto delle rimodulazioni. La modifica unilaterale delle condizioni contrattuale diventerebbe così possibile solamente stipulando un nuovo contratto. Inoltre, nell’emendamento si parla anche dei servizi in sovrapprezzo, i quali diventerebbe vietati di default, a meno che il cliente non ne faccia richiesta.
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