Negli scorsi giorni è circolata in rete la notizia relativo al numero 1510, assegnato dall’AGCOM all’Istat, con cui contattare gli italiani. Se aveste dubbi in merito, beh, la notizia è assolutamente vera, così come lo è il rischio di multa nel caso in cui non si collaborasse, anche se il servizio non è ancora attivo. Ma ciò significa che se non rispondo alla telefonata rischio di essere multato veramente? Facciamo più chiarezza in merito.
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La richiesta di assegnare un numero ben riconoscibile all’Istat è arrivata direttamente dal Governo italiano. L’obiettivo è quello di contattare la popolazione, sia privati che aziende, per svolgere indagini e rilevazioni a scopo statistico, in modo da dare al governo un’immagine più chiara del paese e, di conseguenza, basarsi su di esse anche per effettuare scelte economiche e non. E viceversa anche noi potremo contattare il numero in questione, in modo da fornire risposte o richiedere delucidazioni in materia. E non rispondere comporterà a multe anche piuttosto salate: fino a 2000€ per i privati e 5000€ per le aziende.
La legge che regola tale direttiva non è certo nuova, visto che si fa riferimento al decreto legislativo 322 della legge 7 del 1989. In esso viene indicato che “è fatto obbligo di fornire tutti i dati che vengano richiesti per le rilevazioni previste dal programma statistico nazionale“. E nell’articolo 11 si parla di obbligo di risposta al 1510, nel caso in cui si riceva una chiamata da tale numerazione. Tuttavia, è necessario fare una doverosa precisazione.
Innanzitutto, ad oggi il servizio 1510 non è ancora attivo e non è ancora stato specificato il giorno di debutto. Ma quando inizierà l’attività lo saprete in anticipo, dato che sarà premura del Sindaco della vostra città comunicarvelo. Una volta che l’ISTAT avrà stabilito quali persone contattare, verrà inviata una lettera a tutti coloro che saranno contattati, nella quale verrà richiesto di collaborare al numero 1510.
Come specificato dallo stesso Istat, la multa arriverà soltanto nel caso in cui siano state eseguite “tutte le iniziative ritenute opportune dall’ufficio comunale di censimento per convincere la famiglia a collaborare“. Inoltre, sarà necessario che “il rifiuto a rispondere alle domande sia netto e consapevole“. Insomma, non basterà certo una chiamata persa per vedersi arrivare a casa la penale.
Nell’infausto caso in cui ciò dovesse succedere, sarà possibile effettuare un ricorso al Prefetto tramite Giudice di Pace. E se il ricorso dovesse andare male, a quel punto sarete legalmente costretti a pagare la sanzione tramite modello F23.
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