Da aprile, Telegram è stato bannato dal territorio russo perché la piattaforma rifiuta da sempre di concedere al governo una back door per decriptare i messaggi ed i file multimediali condivisi dagli utenti. Gli stessi che – ovviamente – hanno reagito in malo modo al ban organizzando una protesta in piazza.
Quella fra il servizio di messaggistica istantanea ed il governo russo è una battaglia iniziata in tribunale che sembra senza fine. Dopo il primo ban, le misure per evitare l’utilizzo della piattaforma hanno continuato ad aumentare. Ad esempio, è stato chiesto ad APK Mirror di non distribuire più in Russia l’applicazione e sono state vietate diverse VPN.
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Gli utenti sembrano non essere disposti ad accettare l’ingerenza del governo ed hanno deciso – almeno alcuni – di organizzare una protesta in piazza guidata dal movimento “For Free Internet“. Le proteste sono iniziate il 13 maggio ed il bilancio – dopo un giorno – è di 20 arresti e presunti episodi di violenza da parte della polizia russa. Pare però che quasi tutti i detenuti siano già stati rilasciati.
Insomma, agli utenti non sta bene che la Internet – icona assoluta della libertà – sia violato e limitato in modo del tutto arbitrario. In piazza intanto volano aeroplani di carta bianchi, uguali all’icona di Telegram.
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