Gia da diversi mesi si parla della possibilità per YouTube di varare un nuovo servizio in abbonamento per l’ascolto di musica. In altre parole, il social network vuole sfidare apertamente non solo Apple Music e Spotify ma anche Google Play Music. YouTube Remix (il probabile nome del servizio) verrà sottoscritto, a detta di Lyor Cohen, Global Head of Music di YouTube, per “frustrazione“.
Immaginate di star ascoltando (e magari vedendone anche il video) la vostra canzone preferita su YouTube. Quando proprio sta per iniziare il ritornello o si avvicina la vostra parte preferita, la musica si interrompe improvvisamente ed inizia uno spot pubblicitario. Una pratica del tutto uguale a quella già in atto su YouTube che vede spesso i video interrompersi per qualche secondo: giusto il tempo di uno spot lampo.
Provate ad immaginare questa situazione irritante ripetersi ancora, ancora e ancora. La vostra pazienza arriverebbe al limite? Quale soluzione migliore allora se non quella di pagare per eliminare tale inconveniente? È proprio questa la tattica esposta apertamente da Cohen, nel corso del South by Southwest Music Festival che si ta tenendo Austin, in Texas.
“Le persone che utilizzano YouTube come un servizio musicale hanno un tipo di ascolto passivo che dura per molto tempo. Tale ascolto verrà interrotto da un numero crescente di ads […]. Non sarai di certo felice quando, mentre ascolti ad esempio Starway to Heaven, questa verrà improvvisamente bloccata e partirà un annuncio pubblicitario. Molte persone del nostro bacino di utenza potrebbero così sentirsi frustrate e spinte a sottoscrivere un abbonamento […]. Credetemi: una volta sottoscritto ogni tipo di fastidio sarà un lontano ricordo e perderanno di senso, per gli abbonati, anche le critiche mosse a questo tipo di pratica“.
Evviva la sincerità! Per esporsi così apertamente l’azienda deve avere un vero e proprio asso nella manica. Deve essere in grado di fornire un servizio veramente esclusivo il cui valore aggiunto serve non solo a farsi preferire rispetto agli altri competitors (chi, in preda ai nervi, non farebbe un pensierino alla concorrenza?), ma anche per differenziarsi da Google Play Music.
Offrire lo stesso identico servizio sarebbe infatti non solo ridondante per l’azienda di Mountain View, ma anche piuttosto controproducente dal punto di vista economico. La curiosità attorno a YouTube Remix è molta e speriamo che le novità in arrivo per questo servizio vengano annunciate presto.
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