Samsung ha da poco reso pubblici i numeri del suo anno finanziario. Le cifre sono da record: si parla di 50 miliardi di dollari di profitto nel corso del 2017, 14,1 dei quali guadagnati solo nel corso del quarto trimestre. Cifre impressionanti che provengono non dalla vendita di smartphone, quanto piuttosto dalle forniture di componenti come memorie, display e processori. Proprio la vendita dei SoC ha generato una vera e propria pioggia di denaro sul gigante coreano. Parliamo di 69 miliardi di dollari di entrate. Una cifra che ha consentito il sorpasso persino su Intel, oramai ex-re incontrastato del settore, che si è fermata “solo” a 63 miliardi di dollari di entrate.
I processori Intel sono destinati all’implementazione sui PC o server, grazie alla loro architettura x86 ed x64. Samsung invece si è concentrata sulla produzione di processori con architettura ARM destinati al mercato mobile. Un segmento, questo, lambito appena da Intel, con qualche timida apparizione, come nel caso degli ASUS ZenFone 2, ma presto abbandonato.
Una distinzione di architetture che, in meri termini economici, perde di senso e assegna lo scettro di azienda leader nella produzione di processori a Samsung, Questo grazie alle vendite dei suoi Exynos (l’ultimo dei quali, l’Exynos 9810, che promette grandi cose, sarà presente sui prossimi Galaxy S9).
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