Uno degli aspetti più interessanti del nuovo SoC di Qualcomm, lo Snapdragon 835, è il nuovo design semi-custom dei core della CPU, i Kryo 280.
A differenza dei core utilizzati per lo Snapdragon 820, pesantemente customizzati, i Kryo 280 sono soggetti all’ultimo accordo di licenza di ARM Cortex.
L’accordo di licenza ARM prevede differenti opzioni a seconda delle esigenze del vendor. Ad esempio, nel caso di Qualcomm, è stato possibile avere accesso ad una nuova micro-architettura attraverso la licenza “Built on ARM Cortex Technology“, con la quale sono stati progettati i core Kryo 280.
Inoltre, questo particolare accordo prevede di personalizzare i Cortex-A, M ed R attraverso una serie di “template” (passatemi il termine) per ritoccare potenza, efficienza o altre caratteristiche.
Ovviamente le opzioni per la personalizzazioni sono strettamente limitate da ARM ma riescono in ogni modo a garantire un certo margine di libertà ai propri partner.
Qualcomm ha infatti avuto la possibilità di richiedere alcuni tweak a diversi aspetti nello sviluppo del processore, come la grandezza dell’instruction window, l’aumento delle risorse utilizzate dalla pipeline o la modifica del buffer del branch predictor.
Teniamo a precisare che questi dettagli sono per lo più ipotesi, dato che Qualcomm non ha aperto bocca sulle modifiche apportare ai core dello Snapdragon 835.
Quello che però è particolarmente interessante è la decisione di Qualcomm di utilizzare la stessa tipologia di core per entrambe le componenti del processore (efficiency e performance), a differenza di quanto accadeva con l’architettura big.LITTLE che prevedeva dei Cortex-A53 affiancati dai più performanti A72 o A73.
Sembra quindi evidente che Qualcomm abbia dovuto effettuare qualche modifica a livello progettuale per ottimizzare i diversi cluster, in modo da poter utilizzare solamente una frequenza di clock più bassa invece che un core meno potente, non solo per ridurre i consumi ma anche per beneficiare della potenza di un Cortex A.
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