Sono passati solo 6 giorni da quando vi abbiamo parlato di un possibile blocco di LinkedIn in Russia; ebbene, dopo un lungo periodo di negoziazioni, la piattaforma professionale più famosa al mondo è stata ufficialmente resa inaccessibile agli utenti russi.
Questa mattina, con un breve comunicato rilasciato sul proprio sito ufficiale, il Roskomnadzor (Servizio Federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) ha comunicato la sentenza della Corte Distrettuale di Mosca per bloccare l’accesso a LinkedIn a tutti gli utenti sovietici.
Un portavoce dell’azienda ha così commentato:
“La vision di LinkedIn è quella di creare delle opportunità economiche a livello globale per chiunque. Stamane abbiamo già ricevuto i primi feedback dai nostri utenti in Russia, a cui non è più permesso l’accesso alla nostra piattaforma. Questa decisione non solo nega le possibilità offerte dal nostro sito ai lavoratori ma anche quelle offerte alle aziende per accrescere il loro business. Stiamo cercando, in ogni caso, di organizzare un incontro con il Roskomnadzor per discutere la loro proposta di localizzazione del data storage”.
In realtà, stando alle dichiarazioni della settimana scorsa, l’incontro tra le parti sarebbe dovuto avvenire lo scorso 11 novembre, sembrerebbe quindi che non ci sia stata la possibilità di avere un vero e proprio confronto faccia a faccia.
Non è ancora chiaro come LinkedIn abbia in mente di gestire la situazione, se sceglierà di accondiscendere alle richieste del Roskomnazdor o se cercherà un compromesso.
Vi ricordiamo che altre aziende, come ad esempio Facebook e Twitter, sono ancora accessibili in Russia nonostante gestiscano il data storage all’esterno dei territori sovietici, proprio come LinkedIn.
Le azioni intraprese negli ultimi giorni dal Roskomnadzor potrebbero essere quindi interpretate come un monito anche per le altre aziende, americane e non, presenti sul territorio.
Vi ricordiamo che seguirci è molto semplice: tramite la pagina ufficiale
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