Con il proliferare dei droni in commercio, in tutto il mondo il loro utilizzo è diventato sempre più ampio e variegato, anche per scopi negativi come l’impiego in zone sotto guerra.
Ecco quindi che DroneShield, azienda australiana e leader mondiale nella protezione contro UAV, produce DroneGun, ovvero la prima arma ad hoc per la disattivazione di droni a distanza.
Come sappiamo, infatti, uno dei principali vantaggi nell’utilizzare un drone è la possibilità di effettuare riprese senza dare eccessivamente nell’occhio, a scapito della privacy o della sicurezza.
DroneGun si pone quindi come soluzione a queste problematiche: anziché sparare all’UAV, rischiando di mancarlo o di farlo precipitare senza controllo (con eventuali rischi a cose e persone), l’arma va ad interferire con i sistemi di controllo del drone, facendolo atterrare verticalmente o tornare al punto di partenza.
Il fucile pesa circa 6 kg, l’autonomia si attesta sulle 2 ore e possiede un range operativo di 2 km, grazie alla connettività Dual Band 2.4/5.8 GHz e GPS/GLONASS.
C’è da specificare stiamo parlando di un’arma per utilizzo militare e che non sarà commercializzata, visto anche che in alcuni paesi, come appunto l’Australia, è proibito usare sistemi di interferenza di questo genere.
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