Nonostante il dibattito su quanto sia effettivamente sicuro e moralmente corretto modificare geneticamente gli embrioni umani sia ancora aperto, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha recentemente approvato il consumo di alcuni cibi il cui codice genetico è stato alterato utilizzando il metodo CRISPR. Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta di una particolare tecnica medica che permette di alterare con facilità il genoma di qualsiasi organismo vivente.
Il dipartimenti d’agricoltura della Penn State University, in Pennsylvania, ha utilizzato il metodo CRISPR su alcuni tradizionali funghi bianchi, inserendo nel loro DNA un particolare fenotipo capace di inibire l’enzima polifenolossidasi, responsabile dell’inscurimento di molti vegetali a contatto con l’ossigeno, di circa il 70%. In questo modo è possibile mantenere i prodotti freschi più a lungo anche quando questi vengono tagliati e lasciati all’aria aperta.
Tuttavia prima che questi funghi geneticamente modificati possano effettivamente raggiungere gli scaffali dei negozi americano dovrà passare ancora molto tempo. Per poter essere commercializzato infatti il prodotto dovrà essere prima approvato sia dalla Agenzia per gli Alimenti ed i Medicinali (FDA) che dalla Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA). E considerando quando lentamente si muove la burocrazia in questi casi, probabilmente dovremo aspettare ancora parecchi mesi, se non addirittura anni.
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