Inizialmente rilasciata online per i più “smanettoni”, adesso la tanto discussa app Immuni è disponibile al download per tutti gli utenti. Sia che si possieda Android che iOS, è possibile scaricarla ed installarla sul proprio smartphone. L’estate è ormai alle porte e fortunatamente pare che la curva dei contagi sia in fase di calo costante, per quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione. Per questo viene in aiuto questa metodologia di contact tracing, utile per intervenire qualora venisse fuori un positivo certificato.
Allo stato attuale delle cose, però, pare che l’app Immuni funzioni correttamente al 100% solamente in quattro regioni dell’Italia. Queste comprendono Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, ma potete già installarla anche se abitate in un’altra regione. Io risiedo in Toscana e l’ho installata senza alcun problema sul mio dispositivo Android, per esempio. Non c’è ancora una data specifica, ma è possibile che già nel corso delle prossime ore la disponibilità completa sia allargata alle altre zone d’Italia.
L’app Immuni utilizza il framework sviluppato dalla collaborazione fra Google ed Apple, con un occhio alla privacy dei dati personali. Numerose polemiche sono sorte in merito al funzionamento di Immuni, ma è stato ampiamente dimostrato che il suo funzionamento è scisso dai dati sensibili. Innanzitutto anziché il GPS è il Bluetooth Low Energy a gestire il tutto: così facendo, quando ci si trova nelle vicinanze di un altro dispositivo con l’app Immuni, i due terminali comunicano fra loro e registrano il contatto. Qualora ad un utente sia diagnosticato il Coronavirus, sarà sua premura registrare l’accaduto nell’app. A quel punto il sistema invierà una notifica a tutti coloro il cui dispositivo è entrato in contatto con il suo, allertandoli in merito.
L’altro aspetto fondamentale è che l’app Immuni non raccoglie i dati personali dell’utente, limitandosi ad un codice (che cambia ogni ora) con cui viene contraddistinto il suo smartphone. Questo codice non è in alcun modo riconducibile alla persona, evitando possibili abusi. Infine, tutti i dati raccolti da Ministero della Salute non più necessari spariranno dopo il 31 dicembre 2020.
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