Sin dalla fuoriuscita dello scandalo legato a Cambridge Analytica, in molti hanno preso maggiormente coscienza del segreto di Pulcinella che gravita attorno a Facebook. I nostri dati non sono al sicuro, soprattutto quando si utilizza un servizio così mastodontico e perlopiù gratuita che, nel bene e nel male, deve tirare fuori un profitto da qualche parte. Basti pensare al caso degli utenti “spiati” in cambio di denaro o le numerose polemiche sull’aver permesso a minorenni di spendere grosse somme nei giochi sulla piattaforma.
Tuttavia, tutto questo trambusto non sembrerebbe aver colpito più di tanto Facebook, visti i risultati perlopiù positivi finora registrati. Ma secondo lo studio condotto da Edison Research, la situazione è diversa da come viene dipinta in generale. Un calo c’è stato, per quanto non abbia colpito per intero l’enorme database di utenti raccolti fino ad oggi. Prendendo in esame la popolazione statunitense, si nota come dal 2017 al 2019 ci sia stato un calo del -17% per quanto riguarda gli utenti fra i 12 e i 34 anni. Per quanto riguarda l’utenza più grande, compresa fra i 35 e i 54 anni, si è sempre registrato un calo, ma del -3%. Ma il dato più simbolico, oserei dire, è quello relativo agli over 55, i quali sono aumentati del +4%.
Ma se pensate che il tutto si sia convertito in una perdita per il colosso di Mark Zuckerberg, beh, vi sbagliate. Sempre secondo Edison Research, la decrescita avrebbe comportato una perdita di 17 milioni di utenti. Una cifra considerevole ma che rappresenta solamente il 6% della popolazione americana dai 12 anni in su. Anche perché, stando ai dati riportati da Facebook, la propria piattaforma è ancora in crescita: questo perché, anche se Facebook cala, ci sono app come WhatsApp e Instagram che continuano a macinare numeri in positivo.
Basta guardare questo altro grafico, nel quale viene mostrata la frequenza di utilizzo delle principali piattaforme social negli USA. Ed è proprio Instagram che ha sottratto delle quote a Facebook, passando dal 7% al 16% nell’arco di 4 anni. Stessa cosa per Snapchat, cresciuto dal 4% al 15%. In entrambi i casi stiamo parlando di social piuttosto giovanili come target di riferimento, segnale del fatto che Facebook è ormai considerato un social “da vecchi”.
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