Era nell’aria e adesso è ufficiale: Android Q è stato rilasciato dal tema di Google, per quanto si tratti di una prima Beta per gli sviluppatori. Inoltre, rispetto a quella che sarà la versione definitiva mancano ancora alcune implementazioni più o meno importanti. Fatto sta che, grazie a questa release, possiamo già dare uno sguardo a quelle che sono tutte le novità introdotte e cosa cambia rispetto all’attuale Android 9 Pie.
A livello grafico non cambia molto ma, prima di tirare le somme, dovremo attendere le prossime release software. Da questo punto di vista la prima novità di Android Q riguarda principalmente gli smartphone pieghevoli. È stata aggiunta, infatti, una modalità a schermo diviso in verticale, poco sensata su uno smartphone tradizionale ma ideale se si hanno due display.
Ciò che riguarda tutti, invece, è la privacy e adesso con Android Q sarà possibile gestire i permessi per la geolocalizzazione in maniera più approfondita. Potremo così concedere o negare il permesso di avere accesso alla nostra posizione alle app in esecuzione e soprattutto in background. Potremo anche gestire i permessi per l’accesso ai file condivisi, ad informazioni come IMEI e numero di serie e sulle app che operano in background.
Sono state introdotte anche le Sharing Shortcuts, con cui condividere più rapidamente i contenuti verso i propri contatti. Ed ancora più comodo è l’integrazione di Settings Panel API, con cui richiamare una tendina dal basso per avere accesso ad impostazioni come Wi-Fi, Bluetooth e NFC senza uscire dall’app.
Novità anche per il comparto multimediale, a partire dall’introduzione del nuovo formato Dynamic Depth che si pone come standard per la realizzazione dell’effetto bokeh su Android, anche per app di terze parti. Questo formato fonde un’immagine JPG con la relativa mappatura dei metadata di profondità, in modo da rendere migliore la qualità dell’effetto. Per i video è stato aggiunto il supporto al codec AV1, con migliore qualità ma con un minor consumo di banda, e quello HDR10+. Parlando di audio, è stato aggiunto il supporto al codec Opus, ottimizzato per lo streaming musicale.
Ci sono anche delle novità per quanto riguarda le prestazioni delle app, con migliorie al runtime ART per un avvio più rapido con meno consumo di memoria, il nuovo supporto ad ANGLE, con cui far sfruttare la piattaforma Vulkan ad app e giochi che utilizzano OpenGL ES, e le nuove API Neural Networks 1.2 per l’utilizzo delle reti neurali.
Se siete fra i possessori di uno fra i vari Google Pixel finora presentati, allora potete provare questa Beta di Android Q. Per farlo vi basterà scaricare il firmware dai rispettivi link:
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