Negli ultimi anni le società che portano sul mercato battery phone, cercano sempre più di presentare device apprezzabili sotto ogni punto di vista, senza fermarsi all’autonomia. Anche ASUS ZenFone Max Pro M1 si pone quest’obiettivo: ci sarà riuscito? Scopritelo nella nostra recensione completa.
La confezione di vendita si presenta in un cartonato molto semplice, senza badare troppo ai dettagli e contiene:
Il design di ASUS ZenFone Max Pro M1 non è il suo punto di forza ed in effetti il dispositivo è quantomeno anonimo sotto un profilo estetico. Paradossalmente però, la mancanza di personalità stilistica non mi è dispiaciuta, sin dalla prima volta che si impugna lo smartphone capiamo di che pasta è fatto: dritto al sodo senza fronzoli. Nonostante le dimensioni – 159 x 76 x 8.46 mm – e peso 180 g, il device offre un grip accettabile, complice anche la curvatura alle estremità laterali e le plastiche del frame perimetrale. Anche a livello costruttivo restituisce una buona sensazione di solidità e compattezza.
Frontalmente abbiamo un display da 6 pollici in 18:9, assente il notch, sulla parte superiore dello schermo trovano spazio: sensore di luminosità (che peraltro ho trovato abbastanza fedele), selfie camera e flash LED, oltre che la capsula auricolare e LED di notifica. Non molto riuscita la curvatura 2.5 D che riduce soltanto in minima parte la sensazione di spessore del device.
La back cover si presenta in alluminio satinato con un effetto discreto, interrotto soltanto in corrispondenza delle bande dalla plastica. Sul retro troviamo il sensore ID, che pur essendo pressoché infallibile non si è contraddistinto per rapidità, accompagnato dalla Dual Camera posta in alto a sinistra. In questo caso mi devo distaccare dalle critiche mosse al design in precedenza: la scelta di inserire un doppio sensore non invadente – mentre dilaga la moda dei “semafori” – mi è piaciuta molto. Per finire abbiamo il flash LED immediatamente sotto il comparto fotografico e l’immancabile logo ASUS al centro della scocca.
Il frame laterale, completamente in plastica, è composto da:
ASUS ZenFone Max Pro M1 offre un imponente Display Full View IPS da 6 pollici, risoluzione Full HD+ (2160 x 1080 pixel) con 404 PPI. Buono il contrasto (1:1500) e gli angoli di visuale. Nel caso in cui i colori risultino troppo freddi o viceversa, abbiamo – via software – la possibilità di tararli (a grandi linee) tramite l’opzione “colore schermo“.
Il touch è molto reattivo – a 10 punti – e non mi ha mai dato problemi nel periodo di utilizzo. Il pannello si fa valere anche sotto l’aspetto della luminosità (450 cd/ m²) ed anche con la luce diretta del sole non ho avuto particolari fastidi. Tutto sommato il display si presenta come un punto di forza, particolarmente indicato per accedere a tutti i tipi di contenuti multimediali.
L’obiettivo principale dei battery phone non sono le prestazioni e, troppo spesso, il trade off tra autonomia ed hardware non è favorevole, ma questo non vale per ASUS ZenFone Max Pro M1. Il device infatti può contare sul SoC octa-core Snapdragon 636, accompagnato dalla GPU Adreno 509.
Il Chipset Qualcomm a 14 nm offre una fluidità più che accettabile; complice anche un software particolarmente snello, praticamente Android stock, nell’utilizzo quotidiano non ho mai riscontrato particolari impuntamenti. Soltanto nei casi di “prima apertura” dell’app lo smartphone richiede qualche secondo in più ma, visti i 4 GB di RAM LPDDR4X – con 64 GB di storage eMCP 5.1 – non risulterà un problema conservare le app in background.
Come avrete capito dall’apertura del paragrafo, questo device – nonostante abbia obiettivi ben diversi – offre prestazioni discrete e, questo si riversa inevitabilmente anche sul comparto gaming. Con diversi titoli tra i più pesanti del momento – come PUBG – lo smartphone si comporta bene. Cosa non meno importante, anche durante lunghe sessioni di gioco (o di utilizzo più in generale) il processore non ha mai sforato i 50-55 °C. Ottimo lavoro sotto quest’aspetto, vista la fascia in cui ci troviamo.
Il comparto fotografico principale è composto da una Dual Camera 13 + 5 mega-pixel con autofocus PDAF e apertura focale f/2.0, con la camera secondaria destinata alla profondità (presente quindi la modalità bokeh con calibrazione manuale dell’intensità).
L’ASUS ZenFone Max Pro M1 restituisce scatti discreti durante il giorno, offrendo anche una buona palette di colori. Utile l’HDR che in alcuni momenti dona un quid in più agli scatti. Mentre le foto in situazioni di luce ottimali sono discrete per la fascia di prezzo, con il calare del sole la situazione peggiora; la qualità si abbassa significativamente e – a mio avviso – perde molto campo rispetto agli altri competitor.
Samples Dimensioni Originali (Google Drive)
Non mi ha impressionato molto il sensore frontale da 8 mega – pixel con apertura focale f/2.2, al quale è demandato il Face Unlock (discretamente affidabile, ma non molto tempestivo). Presente la modalità ritratto – questa volta affidata all’elaborazione software – ma l’effetto non è dei migliori. Le foto in diurna non sono ricche di dettagli e, com’è possibile immaginare, le cose non vanno meglio di sera. Presente la possibilità di registrare video in 4K, oppure in Full HD fino a 60 fps, senza stabilizzazione. Anche i video rispecchiano luci ed ombre dell’intero comparto fotografico, presente la possibilità di catturare le immagini in diretta.
Un comparto fotografico che, tirando le somme, a mio avviso si posiziona un gradino sotto la media per la fascia di prezzo. Niente di grave e, il più delle volte – in buone situazioni di luce – lo smartphone ci restituirà comunque foto accettabili; ad ogni modo il comparto fotografico può essere considerato forse uno dei pochi nei di questo ASUS.
ASUS Zenfone Max Pro M1 supporta ben due nano SIM con LTE Cat 5, Dual 4G, dual standby (abbiamo la possibilità di inserire entrambe le SIM e microSD fino a 2 TB, grazie al carrellino con tre slot). Molto buona la ricezione e, anche la rete non mi ha mai dato problemi in termini di fluidità ed affidabilità. Funzionamento nella media anche per Wi-Fi 802.11 b/g/n 2.4 GHz e Bluetooth 5.0. Assente invece l’NFC. Purtroppo manca ancora l’USB Type-C, così per la ricarica il device si affida alla solita micro USB. Per chiudere in termini di connettività abbiamo due buone notizie: presente la radio FM e mini jack da 3.5 mm.
Veniamo quindi al comparto audio. Lo smartphone non si smentisce e, anche in quest’aspetto mostra la sua potenza: molto alto il volume massimo nonostante si affidi allo speaker mono posto in basso, anche se non mi ha convinto molto la qualità del suono, che peggiora in maniera direttamente proporzionale all’aumentare del volume. Le cose migliorano con l’utilizzo degli auricolari, peraltro inclusi in confezione. Nella media l’audio in capsula, così come il microfono che, nei giorni di utilizzo non mi hanno mai dato problemi.
L’azienda – per questo device – abbandona la ZenUI e si affida ad Android 8.1 Oreo con patch di sicurezza aggiornate a maggio. Scelta azzeccatissima senza dubbio: la leggerezza di Android stock si fa sentire in tutte le operazioni e, senz’altro, va a migliorare di gran lunga l’esperienza utente. In sostanza il software, così presentato, rappresenta l’ennesimo valore aggiunto per ASUS Zenfone Max Pro 1 che può così vantare di un’ottima fluidità.
Rimangono però alcune personalizzazioni possibili, come la saturazione del display e le impostazioni relative alla ZenMotion che aggiunge alcune gestures come il doppio tap per sbloccare lo schermo o per spegnere il display, feature che personalmente apprezzo. Presenti anche le gesture legate all’apertura delle app con display spento (ad esempio il segno V sul display per avviare la fotocamera).
Sulla falsariga di tutti i dispositivi con Android 8.1 Oreo – più o meno stock – anche lo Zenfone Max Pro M1, nonostante il display in 18:9 non presenta le gesture in sostituzione della NavBar. Chiaramente non si tratta di un difetto intrinseco, dal momento che con i successivi aggiornamenti la barra classica lascerà sicuramente il posto alle gesture. In sintesi, come accennato in apertura il software si mostra all’altezza dello smartphone.
Stiamo parlando di un battery phone con 5.000 mAh di batteria e quindi le aspettative in termini di autonomia erano elevate.Il device però non solo ha soddisfatto le mie aspettative ma, se possibile, è andato oltre. Sotto quest’aspetto rappresenta un’assoluta certezza; potremo utilizzarlo per tutto il giorno/i senza doverci minimamente preoccupare della batteria. Con un utilizzo medio, diverse notifiche push tra mail, Telegram e WhatsApp, gaming sporadico e molto video streaming, non risparmiandomi neanche in 4G, il device ha superato in più occasioni 9 ore di schermo acceso, coprendo quasi 3 giorni di utilizzo.
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio colosso dell’autonomia; con un utilizzo blando, in Wi-Fi e con il risparmio energetico presente nelle impostazioni potrebbe – a mio avviso – arrivare anche a coprire 4 giorni di utilizzo. In questo senso l’unica pecca è data dai tempi di ricarica: circa 3 ore da 0 a 100% con l’alimentatore in dotazione.
Con questo device ASUS si rivolge senza ombra di dubbio ad una fetta di utenza ben definita. Di certo, come ho ripetuto più volte non è uno smartphone che colpirà particolarmente per la sua personalità estetica. Se siete in cerca di un telefono con l’effetto wow non sarà questo il vostro target, se però cercate un prodotto affidabile, solido e performante, visti i prezzi a cui si propone (199€ per la configurazione 3/32 GB e 249€ nella versione 4/64 GB), ASUS Zenfone Max Pro M1 si candida ad essere assolutamente un best buy.
Questo perché ci troviamo di fronte ad un device che non solo soddisfa i requisiti di chi cerca una batteria inesauribile, ma che strizza l’occhio anche alle prestazioni con il suo comparto hardware, risultando – a mio avviso – un prodotto in generale superiore rispetto alla fascia di prezzo in cui è collocato
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